Contenuto a cura di Remedia
Remedia, fra i principali Sistemi Collettivi italiani no-profit per la gestione eco-sostenibile dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), rifiuti da impianti fotovoltaici, pile e accumulatori – presenta il primo Green Economy Report (GER) che declina il tema della lotta al cambiamento climatico al mondo della gestione dei rifiuti tecnologici: il Rapporto, redatto in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Sostenibile, fa il punto sull’impatto del sistema del riciclo dei RAEE a livello europeo e italiano e analizza il contributo fornito dal Consorzio nell’ambito del processo di transizione globale verso la green economy, incluso l’obiettivo di lotta al cambiamento climatico, oggetto dell’accordo di Parigi (COP21), facendo emergere i risultati dell’attività del 2015.
«Il Report di Sostenibilità 2015 testimonia il nostro impegno nel rendere accessibile agli stakeholder, con massima trasparenza, obiettivi e risultati della nostra attività. Il significativo calo dei prezzi delle materie prime dello scorso anno non ha mai ridotto la forte focalizzazione del Consorzio sull’importanza del riciclo e sulla corretta gestione dei rifiuti e la presenza di Sistemi Collettivi come Remedia continua ad assicurare il raggiungimento di ambiziosi livelli di qualità nel trattamento – commenta Walter Rebosio, Presidente di Remedia – La nuova edizione del Green Economy Report prosegue il viaggio iniziato lo scorso anno, aggiungendo un nuovo fondamentale elemento, quello del contributo fornito da una virtuosa gestione dei rifiuti tecnologici, e quindi da Remedia, nella lotta al cambiamento climatico» conclude Rebosio.
A livello Europeo, si stima che grazie al riciclo dei RAEE si possono evitare 2.9 milioni di tonnellate di CO2eq, di cui il principale contributo, con il 51,8%, è dato dai grandi elettrodomestici. A questo si aggiunge il beneficio del corretto smaltimento dei gas CFC, (fluoroclorocarburi) che non è stato possibile stimare per indisponibilità di dati. Il riciclo dei RAEE in Italia nel 2015 ha permesso di evitare invece l’emissione di circa 550 mila tonnellate di CO2eq. Anche in questo caso il dato non include il contributo dei CFC per indisponibilità dei dati. Eccellenza, qualità del servizio e una forte presenza territoriale hanno consentito a Remedia di gestire in modo efficiente ed eco-sostenibile oltre 39.800 tonnellate di rifiuti tecnologici – di cui 33.300 tonnellate di RAEE domestici (83,7%) raccolti in 698 Centri di Raccolta comunali, 3.600 tonnellate di RAEE professionali (9,1%) e 2.900 tonnellate di pile e accumulatori (7,3%), oltre a 600 tonnellate di altri tipi di rifiuti.
Nell’ottica di fornire un’analisi esaustiva e coerente con l’obiettivo globale della lotta al cambiamento climatico, il nuovo Report evidenzia un impatto positivo in termini di performance ambientali misurate non solo attraverso il Carbon footprint (bilancio delle emissioni dei gas serra), bensì anche attraverso altri indicatori quali il Water footprint (bilancio idrico), il Material footprint (bilancio delle risorse) e il Land Footprint (bilancio nel consumo del suolo). Ciò che emerge, in sintesi, è un risparmio di acqua non consumata pari a 659.845 m3, 70.378 tonnellate di risorse non prelevate dall’ambiente e 336 ettari di territorio non sfruttato. Il risparmio in termini di emissioni CO2eq evitate è stato pari a quasi 205 mila tonnellate, grazie anche al corretto smaltimento dei CFC (che hanno contribuito con per il 72%).
Parlando di recupero di rifiuti tecnologici, un dato interessante evidenziato dal Rapporto indica che ben l’88,4% dei rifiuti tecnologici raccolti e trattati da Remedia è stato avviato al recupero di materia ed il 3,1% trasformato in energia: il dato particolarmente significativo che ne consegue è che solo l’8,1% è destinato allo smaltimento finale in discarica mentre lo 0,4% alla termodistruzione. Dal punto di vista dei materiali l’analisi evidenzia nel dettaglio un recupero del 21% di plastica, 20% di vetro, un 6% di altra categoria ed un 53% di metalli. Di questi ultimi la stragrande maggioranza (77,7%) consiste in acciaio e ferro, mentre il piombo è recuperato con un 9,1%, l’alluminio con il 6,3% ed il rame con il 6,2%.
Il recupero di materiali dai rifiuti tecnologici ha ricadute positive non solo sull’ambiente, ma in generale sull’economia del Paese: nel Green Economy Report Remedia viene calcolato il beneficio in termini economici sulla base dei quantitativi dei singoli materiali recuperati e dei rispettivi prezzi di mercato. Dalla elaborazione della Fondazione Sviluppo Sostenibile su dati Remedia, Eurostat, World Bank e Indexmundi, emerge infatti che nel 2015 Remedia ha contribuito a ridurre i costi di importazione di materie prime per un valore complessivamente stimato in circa 16 milioni di euro.
Inoltre, in aggiunta ai benefici economici indiretti per il sistema Paese è importante evidenziare che l’attività del Consorzio ha generato nel 2015 anche impatti positivi diretti per le imprese del comparto del recupero: il valore economico distribuito (ossia il totale di costi sostenuti per assicurare l’efficace funzionamento del sistema) è pari a 9,71 milioni di euro, in crescita di circa il 20% rispetto all’anno precedente. I benefici economici per il paese, derivanti dall’attività di Remedia, in termini di materiali riguardano il recupero del 16,3% della plastica, l’81,3% dei metalli ed il 2,4% del vetro. «Desideriamo contribuire con la diffusione dei dati e delle stime riportate nel GER 2015 ad una riflessione costruttiva sul futuro ruolo chiave che un consorzio dell’industria elettronica quale Remedia può ricoprire nell’ambito della gestione virtuosa dei rifiuti tecnologici – conclude Rebosio – l’attività e l’approccio professionale ed entusiasta che caratterizzano il Consorzio, infatti, si dimostrano assolutamente in linea con i principi della “Responsabilità Estesa dei Produttori”, che abbiamo sempre sostenuto e sempre di più sosterremo in futuro».