Monica D'Ambrosio
04/05/2017

Rifiuti, Roma: Obiettivo 2021. La strategia per la Capitale

Ultimo aggiornamento: 2 Maggio 2017 alle 14:05

Azioni per la riduzione dei rifiuti, che passano dal compostaggio domestico o di comunità con sperimentazioni a livello condominiale a campagne per il consumo dell’acqua pubblica per ridurre la produzione di imballaggi, fino ad arrivare ai centri per il riuso e alle “fabbriche dei materiali” in sostituzione dei TMB.

Al microfono di Ricicla.tv l’assessora alla sostenibilità ambientale del Comune di Roma, Pinuccia Montanari, illustra il nuovo piano della giunta capitolina per portare la città eterna lontano dal baratro dell’emergenza.

Un piano che punta massicciamente sulla riduzione e sulla gestione della frazione organica, oltre che sulla convinzione di poter spingere la raccolta differenziata fino a raggiungere il 70% entro il 2021 passando attraverso tappe forzate ed un non meglio definito monitoraggio costante delle prestazioni.

Gli unici nuovi impianti previsti sono proprio quelli per la gestione dell’organico, accanto alle cosiddette “fabbriche dei materiali” che nei piani dell’amministrazione pentastellata alla guida della Capitale dovrebbero sostituire gli impianti di trattamento meccanico biologico azzerando, di fatto, l’indifferenziato. Una strategia “Rifiuti Zero” che, ci tiene a precisare l’assessora Montanari, non viene considerata come un’utopia bensì come un obiettivo concreto.

Resta il nodo della gestione ordinaria. Ad oggi continuano a partire i treni carichi di rifiuti e diretti all’estero: esiste un tavolo di lavoro con la Regione, ma la risposta della Montanari resta quella di puntare sulla riduzione dei rifiuti (che passerebbe anche per i cosiddetti centri per il riuso diffusi in ogni quartiere e municipalità dove riparare oggetti o trasformarli con pratiche di riciclo creativo così da evitarne lo smaltimento) e sull’incremento della differenziata. Solo così, nella strategia del Campidoglio, si potranno esaurire le quantità di rifiuti che la l’impiantistica locale non è in grado di gestire e porre fine al “turismo della monnezza”.

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