Roma, ecco perché il termovalorizzatore serve a cittadini e imprese

di Redazione Ricicla.tv 09/02/2023

Il comitato per il sì al termovalorizzatore di Roma ha invitato medici, tecnici e imprenditori a ribaltare le tesi antiscientifiche contro la realizzazione dell’impianto voluto dal sindaco Roberto Gualtieri. Ecco perché, hanno spiegato, l’inceneritore è un elemento imprescindibile per mettere fine alla stagione delle emergenze

La realizzazione di un termovalorizzatore a Roma non è la soluzione a tutti i problemi, ma resta un elemento imprescindibile per realizzare un piano integrato di gestione dei rifiuti capace di restituire alla Capitale il decoro da tempo perduto, allineandola agli standard di efficienza delle principali città europee. Ne sono convinti gli oltre 600 sostenitori del ‘Comitato Termovalorizzatore Roma‘, il comitato del ‘sì’ alla scelta del sindaco Roberto Gualtieri di realizzare un impianto di recupero energetico da 600mila tonnellate, che ieri ha invitato tecnici, medici, albergatori, manager a “confutare, dati alla mano – si legge in una nota – affermazioni false o antiscientifiche appartenenti all’armamentario, ormai più volte demistificato, del partito anti-termovalorizzatore a Roma”. Come la supposta incompatibilità tra incenerimento e riciclo, o i maggiori rischi per la salute di chi abita in prossimità degli impianti. “Le più accreditate fonti scientifiche internazionali – ha spiegato Luca Laurenti, biologo e dirigente Policlinico Umberto I – non registrano tassi di mortalità più elevata nei pressi degli impianti, né particolare incidenza sulle patologie nella popolazione che vive intorno a questi impianti. La corretta informazione di questi dati potrebbe servire a tranquillizzare il territorio, superando le obiezioni dei detrattori”.

Ma il tema, piuttosto che essere affrontato con serenità e trasparenza, e soprattutto dati alla mano, “in questa fase è diventato oggetto di sciacallaggio“, dicono i promotori del comitato. Le elezioni regionali nel Lazio sono ormai alle porte e il dibattito sull’opportunità o meno di realizzare l’impianto continua infatti a infiammare quel che resta della campagna elettorale. Un dibattito sempre più polarizzato, che tra il ‘sì’ del candidato di centrosinistra Alessio D’Amato, il ‘no’ della pentastellata Donatella Bianchi e il ‘nì’ dell’uomo del centrodestra Francesco Rocca rischia però di generare solo ulteriore confusione. “Il sindaco Gualtieri sta conducendo una battaglia coraggiosa in uno scenario politico in cui ormai anche le alleanze politiche si costruiscono attorno al SI o al NO a un termovalorizzatore. Un’assurdità!” ha sottolineato Chicco Testa, presidente di Assoambiente. “L’attuale amministrazione ha compiuto un significativo passo in avanti. Quel che oggi manca è la capacità di dialogare in modo diretto ed efficace con la cittadinanza, spiegando gli obiettivi del piano rifiuti” ha aggiunto Susanna Spafford, avvocato esperta di questioni ambientali e rappresentante di ‘Tutti per Roma‘.

Il piano di Gualtieri, ricorda il comitato del sì, punta a rendere autosufficiente una città che per chiudere il ciclo di gestione dei propri rifiuti, differenziati e non, oggi è costretta a fare affidamento su impianti in altre regioni o addirittura all’estero. Una catena lunga e fragile, che si inceppa sempre più spesso inondando la città di sacchetti maleodoranti. “Oggi i cassonetti romani vengono parzialmente utilizzati come stoccaggio provvisorio di rifiuti – ha spiegato Chicco Testa – e ciò crea problemi di decoro per la città, vittima anche di una raccolta poco efficiente. Risolto il problema del conferimento dell’indifferenziato con il termovalorizzatore, toccherà trovare una soluzione alle inefficienze dell’AMA”.

Senza dimenticare che la contropartita delle inefficienze, oltre che ambientale e d’immagine, è anche e soprattutto economica. Per i cittadini, costretti a pagare una delle tariffe più salate d’Italia, e per le imprese. “Roma è oggi una città sporca – ha osservato Luca Barrera, responsabile del coordinamento sindacale della CNA Roma – e ciò rappresenta un disvalore per le imprese che insistono sul territorio, per gli alberghi così come per le attività commerciali”. Tanto più alla luce degli appuntamenti all’orizzonte, a partire dal Giubileo del 2025, vero motivo dietro l’accelerazione impressa da Gualtieri (con l’aiuto del governo Draghi) alla realizzazione dell’opera. “Roma ha davanti a sé un decennio di grandi sfide, eventi e di sviluppo del turismo che già oggi vale il 12% del PIL cittadino – ha commentato Gianluca De Gaetano, direttore Federalberghi Roma – per noi che viviamo di accoglienza, un’inadeguata gestione dei rifiuti costituisce un problema. La scelta fatta da questa amministrazione ci vede decisamente favorevoli e auspichiamo che l’amministrazione porti a termine il proprio piano”.

1 Commento su "Roma, ecco perché il termovalorizzatore serve a cittadini e imprese"

  1. Guido ha detto:

    Il termovalorizzatore serve solo per bruciare quel 15% di CSS . Il 40% -forsu- , sempreche’ si faccia una differenziata seria , si smaltisce nei biodigestori producendo biometano e CO2 liquefatto !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *