Discariche in Lombardia: la Regione annuncia ricorso al CdS

di Giovanni Paone 02/02/2016

Un ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar, che ha bocciato l’applicazione del cosiddetto ‘Fattore di pressione’ per la realizzazione di nuove discariche. Lo ha annunciato l’assessorato all’Ambiente della Regione Lombardia, che risponde così alla sentenza dello scorso 15 gennaio con la quale i giudici della Terza sezione del Tribunale Amministrativo della Lombardia avevano dichiarato illegittima l’applicazione del parametro istituito nel 2014 dal Pirellone per limitare l’apertura di nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti in zone sulle quali insistano già numerose attività ad alto impatto ambientale. Per i giudici “soltanto lo Stato può e deve individuare gli standard di tutela in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale – si legge nella sentenza – e nemmeno in attesa dell’intervento statale può ammettersi un potere regionale sostitutivo – seppure di tipo cedevole e finalizzato a garantire una maggiore tutela per l’ambiente – che stabilisca dei criteri che vanno a modificare quanto disposto fino a quel momento dalla normativa statale vigente”.

In materia di legislazione ambientale la competenza dello Stato è esclusiva, cosa che ha portato i giudici del Tar a ritenere illegittima l’adozione da parte della Regione del ‘Fattore di pressione’, dal momento che questa non è esplicitamente prevista dalla normativa nazionale o comunitaria. Regione Lombardia però non ci sta e annuncia battaglia. «Non faremo alcuna marcia indietro. Anzi, in una delle prossime Giunte delibereremo l’appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar» è stata la risposta dell’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile Claudia Maria Terzi, che ha così commentato l’ok del Consiglio regionale alla mozione relativa alla sentenza del Tar della Lombardia. «Il criterio localizzativo del ‘Fattore di pressione’ – spiega Terzi – non è un criterio generalizzato, avente lo scopo di impedire la realizzazione di discariche sull’intero territorio regionale, ma è un criterio specifico, che si basa su valutazioni tecniche e ambientali e finalizzato a evitare l’eccessiva concentrazione degli impatti ambientali su determinati territori e a garantire una governance del territorio lombardo, anche sotto il profilo della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini».

Una misura, quella adottata nel 2014 dalla Regione, che puntava a contenere l’impatto di nuovi sversatoi in zone già interessate da attività di produzione e smaltimento di rifiuti, soprattutto scorie industriali. Come la provincia di Brescia, che negli ultimi anni si è guadagnata l’appellativo di “Terra dei Fuochi del nord”. “Il criterio del ‘Fattore di pressione’ – spiega l’assessorato in una nota – esclude la possibilità di realizzare discariche soltanto su una percentuale del territorio regionale dove la presenza di altri impianti è pesante ed eccessiva, ossia dove il territorio è già saturo. Una di queste aree ad alta concentrazione di discariche è quella del Comune di Montichiari (Brescia), dove sono presenti circa 11 milioni di metri cubi di rifiuti, anche pericolosi, conferiti in dieci diverse discariche autorizzate: una situazione assolutamente unica ed eccezionale“. «Il cosiddetto ‘Fattore di pressione’ è stato oggetto di ampia consultazione ed è coerente con la legge nazionale e la direttiva europea che rimette alla pianificazione regionale l’indicazione dei criteri localizzati delle discariche – conclude Terzi – questo dimostra come il ‘Fattore di pressione’ rappresenti una norma del territorio, ossia di competenza regionale, che difenderemo in ogni sede opportuna».


				

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