Dai soggetti obbligati al rischio sanzioni: tutto quello che c’è da sapere sull’etichettatura ambientale degli imballaggi, obbligatoria dal prossimo 1 gennaio
Dopo una serie di rinvii e con qualche criticità e nodo ancora da sciogliere, dal prossimo 1 gennaio 2022 entrerà in vigore l’obbligo dell’etichettatura ambientale degli imballaggi, strumento indispensabile per favorire le buone pratiche di raccolta differenziata, recupero e riciclo del packaging immesso al consumo. Ma procediamo con ordine, cercando di fare un po’ di chiarezza sul provvedimento, che lascia ancora molti dubbi tra gli operatori.
Cos’è l’etichettatura ambientale degli imballaggi?
È l’indicazione dettagliata delle informazioni necessarie ad agevolare le attività di raccolta differenziata e recupero degli imballaggi immessi a consumo. Non stiamo parlando di qualcosa di nuovo. L’etichettatura ambientale del packaging, infatti, esiste già dal 1997, da quando cioè la Commissione europea ha istituito il primo sistema di codifica dei materiali utilizzati per produrre gli imballaggi. Sistema che fino ad oggi poteva essere utilizzato in forma volontaria. A partire dal 1 gennaio 2022, e dopo una serie di rinvii, l’etichettatura diventerà invece obbligatoria, ai sensi del decreto legislativo 116 del 2020, che ha puntato a farne un ulteriore strumento nella corsa dell’Italia verso gli sfidanti target europei di riciclo.
Chi sono i soggetti obbligati?
Lo scorso ottobre il Ministero della Transizione Ecologica ha fornito una serie di chiarimenti sull’etichettatura ambientale, specificando tra l’altro che l’obbligo è a carico sia dei produttori che degli utilizzatori di imballaggi, che dovranno stabilire “accordi commerciali e contrattuali che ne definiscono le responsabilità e gli oneri ricadenti sugli stessi in maniera condivisa”.
A quali imballaggi si applica e quali dettagli specificare?
Tutti gli imballaggi immessi al consumo sul territorio nazionale saranno soggetti all’obbligo di etichettatura ambientale, con l’indicazione della codifica alfanumerica che identifica il tipo di materiale utilizzato, così come stabilito dalla Decisione della Commissione 129/1997/CE. Nel caso in cui gli imballaggi siano destinati al consumatore finale, oltre alla codifica alfanumerica sarà necessario specificare in forma estesa anche la tipologia di materiale dell’imballaggio e le indicazioni sulle modalità di raccolta differenziata. “Tutti gli imballaggi devono essere opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi”, come chiarisce il decreto legislativo 152 del 2006.
Attenzione alle sanzioni!
Ormai manca davvero poco al 1 gennaio 2022. Un appuntamento al quale i produttori e gli utilizzatori di imballaggi dovranno farsi trovare pronti, per non incappare nelle multe salate riservate a chi non rispetterà l’obbligo: da 5mila 200 euro fino a un massimo di 40mila euro a carico di chi immette sul mercato imballaggi privi dell’etichettatura con le informazioni previste dall’art. 219 comma 5 del D.Lgs.152/06.
La guida del Conai per sciogliere i nodi
A poco meno di due settimane dall’entrata in vigore dell’obbligo, sono ancora tanti gli interrogativi tra gli operatori di settore. In questi mesi il Conai, consorzio nazionale imballaggi, ha lanciato una serie di iniziative di informazione e formazione con l’obiettivo di sciogliere i nodi residui. Come E-tichetta, un applicativo consultabile online che fornisce ai soggetti obbligati le informazioni necessarie a costruire una etichettatura ambientale conforme ai requisiti normativi. Ulteriori approfondimenti sono resi disponibili dal consorzio nelle due guide all’etichettatura ambientale obbligatoria e volontaria, quest’ultima dedicata alle tante aziende che intendono valorizzare e comunicare correttamente ulteriori caratteristiche ambientali dei loro imballaggi.
Articolo interessante ed approfondito. Vorrei solo segnalare che, informandomi anche da altre parti, ho notato che l’ obbligo etichettatura ambientale è stato spostato a luglio 2022. Sono sinceramente contento di questo visto che non ero riuscito a rendere a norma il mio packaging.
Effettivamente ora si vede un po’ ovunque l’indicazione della tipologia di materiale sul packaging per agevolare la raccolta differenziata. Ovviamente la presenza dell’etichetta non rende un pack/prodotto più sostenibile di prima. Consiglio quindi di cercare piuttosto indicazioni di un etichettatura ecologica come la certificazione ecolabel nella scelta di un prodotto sostenibile sullo scaffale.