Imballaggi, dal Parlamento Ue ok alle deroghe ‘salva monouso’

di Redazione Ricicla.tv 22/11/2023

Il Parlamento europeo ha adottato la propria posizione negoziale sul regolamento imballaggi: ridimensionate le ambizioni di Bruxelles sul riutilizzo, con l’introduzione di una serie di deroghe per gli operatori che dimostrino di poter garantire livelli elevati di raccolta differenziata e riciclo degli imballaggi monouso. Pichetto: “Segnale molto importante”


II Parlamento europeo salva dalla messa al bando gli imballaggi monouso per la ristorazione. È una delle deroghe introdotte dalla plenaria di Strasburgo nella relazione sul nuovo regolamento europeo sugli imballaggi, approvata oggi con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni dopo una lunga sessione di voto su oltre 500 emendamenti. Molti dei quali a firma degli eurodeputati italiani. La relazione con le proposte di modifica al testo presentato a novembre dello scorso anno dalla Commissione sarà ora utilizzata come punto di partenza nelle trattative con gli Stati membri, che dovrebbero adottare la propria posizione negoziale a metà dicembre. “Il Parlamento – ha dichiarato la relatrice Frederique Ries – lancia un messaggio forte a favore di una revisione completa del mercato europeo degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. Questa legislazione è essenziale per la competitività e l’innovazione europea e allinea le ambizioni ambientali con la realtà industriale”.

Pur sposando la scelta di Bruxelles di spostare il baricentro delle strategie di gestione del packaging sui gradini più alti della gerarchia europea, quelli della riduzione e del riuso, gli eurodeputati chiedono una serie di aggiustamenti che, nella sostanza, ridimensionano il livello di ambizione della proposta originaria. Più di quanto non avesse già fatto la relazione approvata nelle scorse settimane dalla commissione ENVI, licenziata al termine di un lungo e teso esame giocato sul filo dei voti. Confermato lo stop da gennaio 2030 alla messa in commercio di applicazioni monouso come kit di cortesia negli alberghi e ‘shrink wrap’ per i bagagli in aeroporto, ma eliminato dalla lista il packaging per la ristorazione e quello per la vendita di frutta e verdura, con in più l’introduzione di una deroga che premia gli operatori capaci di raggiungere elevate percentuali di raccolta per il riciclo: la messa al bando proposta da Bruxelles, chiedono i parlamentari con una serie di emendamenti sottoscritti tra gli altri da un ampio e trasversale fronte di eurodeputati italiani (eccetto il Movimento 5 Stelle), non deve applicarsi agli operatori che dimostrino ogni anno di riuscire a raggiungere un tasso di raccolta per il riciclo dell’85%. Chiesto lo stop anche all’immissione sul mercato di buste ultraleggere (15 micron) e il divieto, entro 18 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, all’utilizzo di bisfenolo e PFAS nel packaging a contatto con alimenti.

Rispetto alla proposta della Commissione vengono rivisti anche i target vincolanti di riutilizzo per il settore HORECA, che il Parlamento propone di riformulare escludendo gli obiettivi sui cibi da asporto: dal 1 gennaio 2030, per gli eurodeputati, il 20% delle bevande non alcoliche dovrà essere venduto in packaging riutilizzabile, passando al 35% dal 2040, mentre per le bevande alcoliche (vini esclusi) i target sono 10% e 25%. Confermati i target di riuso proposti dalla Commissione per imballaggi per il trasporto merci e per le piattaforme di vendita online, mentre vengono rimodulati gli obblighi per i distributori di elettrodomestici: la Commissione proponeva la vendita del 90% dei prodotti in packaging multiuso dal 2030, mentre i parlamentari spostano il termine al 2040 chiedendo un target intermedio del 50% al 2030. Anche in questo caso il passaggio in plenaria aggiunge una deroga per garantire flessibilità agli operatori che abbiano raggiunto livelli elevati di raccolta differenziata: si propone infatti di esentare dall’obbligo quelli che nel 2026 e 2027 dimostrino di aver raccolto l’85% in peso dell’immesso a consumo sulla base del materiale da imballaggio. Al di là degli obiettivi vincolanti, chiarisce la proposta dei parlamentari, gli operatori del circuito HORECA dovranno garantire ai consumatori la possibilità di utilizzare i propri contenitori multiuso per l’asporto di cibo e bevande. Dal canto suo la Commissione dovrà, entro due anni dall’entrata in vigore del regolamento, definire con atto delegato il numero minimo di rotazioni per i sistemi di riutilizzo, e valutare l’eventuale estensione ad altri imballaggi.

Semaforo verde per gli obiettivi generali di riduzione dei rifiuti proposti dalla Commissione Ue (5% entro il 2030, 10% entro il 2035, 15% entro il 2040 rispetto ai valori del 2018), ai quali gli eurodeputati chiedono di associare target specifici per gli imballaggi in plastica: 10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040. Rafforzate anche le misure sul piano della gestione dei rifiuti, con la proposta di un obbligo di raccolta differenziata del 90% entro il 2029, e l’introduzione a partire dal 2030 di sistemi di selezione dei rifiuti non differenziati per intercettare gli imballaggi riciclabili che non siano stati raccolti in maniera differenziata. Sul fronte delle modalità di raccolta via libera alla proposta di Bruxelles di sistemi di deposito cauzionale (o DRS) per contenitori per bevande in plastica e metallo con capienza da 0,1 fino a 3 litri. A partire dal 1 gennaio 2029 gli Stati membri dovranno garantirne l’istituzione a patto che non dimostrino di aver raggiunto, nei due anni precedenti, un livello di raccolta differenziata dell’85% (mentre la Commissione proponeva il 90%).

In tema di riciclo, oltre a confermare l’obbligo di riciclabilità per tutti gli imballaggi immessi al consumo (chiedendo però di farlo scattare solo 36 mesi dopo l’adozione di appositi atti delegati), il passaggio in plenaria rafforza l’indicazione della commissione ENVI di privilegiare il cosiddetto ‘closed loop’, ovvero l’utilizzo a circuito chiuso dei materiali riciclati nelle stesse applicazioni da imballaggio. Gli Stati dovranno istituire sistemi che consentano di fornire “un accesso sicuro ed equo” al materiale riciclato “in modo tale che esso possa essere ulteriormente riciclato e utilizzato nello stesso modo e per un’applicazione simile, con una minima perdita di quantità, qualità o funzione”. Una vera e propria clausola di prelazione, che nel caso delle bottiglie in PET potrebbe promuovere un controllo monopolistico dei polimeri riciclati andando contro i principi del libero mercato, denunciano le imprese del riciclo, con l’associazione europea EuRic che chiede al Consiglio di “ribaltare l’approccio del Parlamento”.

Ora l’attesa è per il prossimo 18 dicembre, quando il Consiglio Ue dovrebbe adottare la propria posizione negoziale. Poi si apriranno i triloghi, con la Commissione decisa a portare a conclusione le trattative entro il termine della legislatura, a maggio del 2024. “La posizione negoziale del Parlamento europeo sulla proposta di regolamento imballaggi fa vincere il buonsenso e la scienza – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin – gli emendamenti approvati, in particolare quelli che a fronte di un avvio a riciclo pari all’85% rivedono obblighi di riuso e divieti nell’utilizzo di imballaggi, puntano a tutelare l’ambiente, senza smantellare il sistema costruito negli anni con le stesse istituzioni europee e le imprese virtuose del riciclo. Ora l’Italia proseguirà la propria determinata azione negoziale avendo ricevuto dal Parlamento europeo un segnale molto importante”.

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