Regolamento imballaggi verso “una lunga pausa di riflessione”

di Redazione Ricicla.tv 23/06/2023

L’Italia ha bocciato il testo di compromesso presentato dalla presidenza svedese sul nuovo regolamento imballaggi. Ora il timone passa nelle mani della Spagna, ma i negoziati potrebbero non concludersi entro la fine della legislatura, scivolando verso “una lunga pausa di riflessione”, ha detto la eurodeputata Patrizia Toia


Negoziati in salita per l’Italia sulla proposta di regolamento europeo imballaggi. A poco più di una settimana dal passaggio di testimone tra Svezia e Spagna alla guida del Consiglio europeo, i rappresentanti del governo di Stoccolma hanno presentato al gruppo ambiente una prima bozza di compromesso, ma secondo il vice ministro dell’Ambiente Vannia Gava il testo “addirittura è peggiorativo” rispetto alla versione della Commissione, duramente criticata dall’Italia soprattutto per la scelta di introdurre obiettivi vincolanti di riutilizzo del packaging. “La normativa – ha chiarito Gava – continua a non stimare i benefici ambientali che si otterrebbero dalla sua applicazione. L’unica cosa chiara sono gli effetti che rischiano di abbattersi sulle filiere nazionali degli imballaggi e della gestione dei rifiuti già esistenti”. Che in Italia hanno già raggiunto gli obiettivi di riciclo al 2025 per tutti i materiali, a eccezione della plastica. “Questo regolamento va ad abbattere un nostro punto d’eccellenza“, ha chiarito il presidente di Conai Ignazio Capuano, intervenuto ieri all’assemblea nazionale della Federazione Carta Grafica.

Rispetto alla proposta della Commissione, il testo di compromesso svedese vede addirittura moltiplicarsi i profili di criticità tecnica, come ha spiegato la capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile del Ministero Laura D’Aprile. “L’ultimo testo ci ha lasciato molto perplessi – ha detto – per esempio, c’è un’accentuazione quasi totalizzante del compostaggio domestico rispetto a qualsiasi altra forma di compostaggio. Ma in assenza di uno standard tecnico di misurabilità il compostaggio domestico non è controllabile in termini di apporto agli obiettivi di riciclo”. È solo uno dei punti contestati, ha precisato D’Aprile, ma ben rappresenta “la singolarità di questo regolamento, così come di altri dei 16 dossier europei che stiamo seguendo – ha detto – ovvero che il principio di neutralità tecnologica a volte sfugge”. L’intesa in seno al Consiglio sembra insomma ancora lontana. Saltato il tentativo di mediazione della Svezia, il timone dei negoziati passerà quindi a giorni nelle mani della presidenza spagnola, più vicina alle posizioni critiche espresse negli ultimi mesi dall’Italia che al blocco dei paesi centro e nord europei che fin qui hanno sostenuto la proposta della Commissione.

Se il negoziato tra Stati membri è ancora in alto mare, in Parlamento prosegue invece il confronto nelle commissioni ambiente e industria per arrivare subito dopo l’estate al voto sulla relazione con le proposte di emendamento da portare in plenaria. Due i punti di massima attenzione, ha spiegato ieri la corelatrice in commissione ITRE Patrizia Toia, gli articoli 22 e 26, rispettivamente sul divieto di immissione sul mercato di determinate tipologie di packaging e sui contestati obiettivi vincolanti di riuso. Rispetto a questi ultimi, se la proposta della relatrice in commissione ENVI Frederique Ries prevede già lo stralcio parziale degli obblighi di riutilizzo di imballaggi per la vendita da asporto di bevande fredde e calde e alimenti pronti, le proposte emendative dell’Italia puntano a una revisione complessiva della ratio della misura. “La tesi che stiamo portando avanti – ha spiegato Toia – è quella di dire sì alla possibilità di riuso, visto che qualche paese lo pratica, ma i target devono essere obbligatori solo per i paesi che non raggiungono determinati standard“. A partire dagli obiettivi di riciclo degli imballaggi al 2025 introdotti con il pacchetto di direttive sull’economia circolare. Obiettivi che la proposta di regolamento, tra l’altro, confermerà.

“Vogliamo fare leva su questo per chiedere maggiore flessibilità – ha detto Toia – resta il problema politico di trovare una maggioranza sufficiente in un’Europa che ha diverse abitudini”, anche se “abbiamo registrato una buona apertura da parte della relatrice Frederique Ries”, ha osservato. La deadline per il Parlamento resta fissata al prossimo autunno. “Ries ha calendarizzato il voto in commissione ENVI a settembre per andare in aula a ottobre” ha spiegato Toia, specificando però che “sarà difficile che da ottobre alla fine della legislatura si arrivi alla conclusione del trilogo su un dossier così importante”. Anche perché se le elezioni europee si terranno dal 6 al 9 giugno 2024, lo stop ai lavori dell’europarlamento arriverà molto prima, il 25 aprile. All’orizzonte sembra insomma profilarsi “una lunga pausa di riflessione”, come la definisce Toia, e una ripresa dei lavori nell’autunno del 2024 sotto l’egida di una nuova maggioranza parlamentare, ma anche di un Consiglio rinnovato nel frattempo da diverse elezioni nazionali. Laddove la presidente uscente della Commissione Ursula Von Der Leyen, che punta al bis, non dovesse vedere confermato il proprio mandato, per l’intero Green Deal – regolamento imballaggi compreso – potrebbero aprirsi scenari di grande incertezza.

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