Contenuto a cura di Airmet – Associazione nazionale recuperatori metalli
«Chiudeteci tutti», è questo il grido provocatorio col quale Airmet, l’Associazione italiana dei recuperatori di metalli, martedì 8 marzo a partire dalle ore 9, protesterà in piazza del Campidoglio.
Da vent’anni le imprese romane, 113 circa, 30 quelle autorizzate dalla Provincia, con un fatturato complessivo che si aggira attorno a 1 miliardo di euro e 1500 dipendenti all’attivo, combattono l’inefficienza del sistema burocratico e il perenne scollamento tra le Istituzioni competenti a regolarizzarne la posizione.
Risale al 1997 la disposizione comunale che prevedeva il dislocamento delle attività fuori raccordo per esigenze di tutela ambientale. Dopo centinaia di migliaia di euro investiti da parte degli imprenditori nella progettazione dei nuovi impianti, le aree individuate per il trasferimento venivano occupate da opere realizzate su regolare autorizzazione del Comune stesso. Poi la gestione commissariale ha fatto sì che le attività proseguissero presso gli impianti già esistenti ma con licenze provvisorie e che non assicuravano agli operatori di settore un ombrello contro la normativa che nel frattempo cambiava, pretendendo dagli stessi adeguamenti dell’impiantistica.
«Nessun inquilino rifarebbe l’appartamento in cui vive con uno sfratto pendente come la spada di Damocle» – è sarcastico il Presidente dell’Associazione, l’ingegnere Nicola Grillo mentre spiega le ragioni di una situazione oramai fuori controllo. Ad aggravarla , l’entrata in vigore di una recente disposizione legislativa che vieta alle Imprese di acquistare il materiale oggetto della loro attività dagli ambulanti, finora quasi monopolisti nel recupero e nella vendita dei metalli ai rottamatori.
La legge ha sferrato il colpo di grazia alle attività produttive, determinato il licenziamento di molti operai, provocato gravi emorragie nei fatturati e addirittura la chiusura di alcuni impianti in seguito all’intensificarsi dei controlli da parte delle forze dell’ordine.
«Oggi siamo in piazza per gridare alle Istituzioni la nostra voglia di uscire da uno stato di illegalità imposta da inefficienza amministrativa e noncuranza delle nostre necessità – spiega Grillo – è tempo – poi prosegue – di far sentire la nostra voce e di avviare un tavolo di confronto con i nostri rappresentanti politici e i nostri amministratori comunali. Finora – conclude il presidente – qualunque cosa sia stata decisa, è stata discussa a porte chiuse, escludendo i primi soggetti interessati alla questione da ogni tipo di confronto su questioni che li riguardavano».
La manifestazione di piazza del Campidoglio è solo la prima delle iniziative annunciate da Airmet e finalizzate a tutelare l’attività di imprese la cui esistenza oltre a dare lavoro a migliaia di persone e a tenere in piedi un indotto di grande rilevanza sociale ed economica, ha un impatto prezioso nel recupero di una materia, i metalli, che l’Italia potrebbe produrre da sé ma che invece importa a scapito di una filiera che dà un contributo importante al Pil del Paese.