Stop attività non essenziali, il riciclo non si ferma ma è a rischio

di Luigi Palumbo 23/03/2020

Nuovo giro di vite del governo sulle attività produttive, ma il mondo dei rifiuti non si ferma. Lo chiarisce l’allegato 1 al dpcm 22 marzo 2020, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, con il quale Palazzo Chigi ha stabilito di fermare fino al prossimo 3 aprile tutte le attività considerate non strategiche, preservando solo quelle considerate essenziali. Come quelle al numero 38 dell’elenco ATECO, ovvero i servizi di “raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti” così come le attività di “recupero dei materiali”, e al numero 39, che comprende le imprese di “risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti”.

Nessuno stop insomma alle attività di gestione dei rifiuti urbani e speciali, fondamentali per garantire igiene e decoro in questa fase di emergenza sanitaria. Salve anche diverse filiere che acquistano materie prime secondarie prodotte dagli impianti di riciclo, molti dei quali pertanto non dovranno preoccuparsi del venir meno di sbocchi di mercato per le loro lavorazioni: dalla fabbricazione di carta (ATECO 17) a quella di articoli in gomma e materie plastiche (ATECO 22.1 e 22.2), mentre viene meno lo sbocco della filiera siderurgica, almeno a livello nazionale, per le attività di recupero dei metalli (compresi la demolizione dei veicoli e il riciclo dei rifiuti da apparecchiature elettrice ed elettroniche) che nei prossimi giorni potrebbero essere costrette a ridimensionare le proprie lavorazioni.

Secondo il presidente del Cdc Raee Giorgio Arienti, ad esempio, «il settore fa fatica a piazzare i materiali», soprattutto i metalli ricavati dai rifiuti elettrici ed elettronici «visto che l’industria a valle, quella delle acciaierie è chiusa e non riceve più». Cosa che ha costretto la filiera a considerare il rallentamento delle attività come la soluzione più opportuna per fronteggiare il momento, anche perchè il flusso di Raee si è ridotto drasticamente. «Nell’ultima settimana abbiamo raccolto circa il 20% del flusso ordinario. Nonostante il danno economico, la diminuzione delle attività in questo momento è un bene per tutti perchè riduce le occasioni di contagio per gli operatori della filiera, dalla raccolta e trasporto fino al trattamento».

Le imprese non considerate essenziali, devono completare le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo 2020, compresa la spedizione della merce in giacenza. “Le attività sospese – recita il decreto – possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile”. «Rallentiamo il motore produttivo del Paese – dichiara il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – ma non lo fermiamo. Non è una decisione facile, ma si rende necessaria oggi per poter contenere quanto più possibile la diffusione dell’epidemia».

 

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