Criteri di assimilazione: un’attesa lunga vent’anni

di Luigi Palumbo 26/04/2017

Nel febbraio del 1997 l’entrata in vigore del decreto Ronchi dota l’Italia della sua prima disciplina di legge organica in materia ambientale. Un provvedimento rivoluzionario, capace di imprimere una svolta netta al settore dei rifiuti in termini di regolamentazione e modernizzazione. Peccato però che tra le prescrizioni contenute nel decreto ce ne siano tante che ancora oggi restano lettera morta. Soprattutto, inutile dirlo, tra quelle di competenza dello Stato. Ad esempio, all’articolo 18 comma 2 lettera d, tra quelle competenze veniva indicata «la determinazione – tramite l’adozione di un decreto – dei criteri qualitativi e quantitativi per l’assimilazione, ai fini della raccolta e dello smaltimento, dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani». Il Ministero dell’Ambiente avrebbe dovuto cioè adottare un regolamento che indicasse i criteri in base ai quali i comuni, che dovrebbero gestire i soli rifiuti urbani, possono estendere la propria privativa anche a determinate categorie di rifiuti speciali prodotti da imprese e attività commerciali. Dietro pagamento, da parte di queste ultime, della tassa o tariffa rifiuti comunale.

Vent’anni dopo, di quei criteri non c’è ancora traccia, la tassa rifiuti ha cambiato nome da Tarsu a Tares a Tari, ma lo scenario è rimasto lo stesso: una situazione frammentata, dove i confini dell’assimilabilità variano a seconda dei regolamenti adottati in maniera autonoma da ogni comune, sulla base di due provvedimenti già esistenti, uno del 1999 (sui criteri quantitativi), l’altro addirittura del 1984 (per i criteri qualitativi). Con esiti decisamente controversi sul fronte delle tariffe rifiuti e della regolare concorrenza tra le imprese che si occupano di raccolta e avvio a trattamento del pattume. E ora che, dopo vent’anni di attesa, il Ministero dell’Ambiente ha finalmente convocato un tavolo di lavoro con le parti interessate per cominciare a mettere nero su bianco i contenuti del decreto, Ricicla.tv ha raccolto le posizioni dei principali soggetti che saranno chiamati a contribuire alla stesura del regolamento, per fare il punto sulle criticità del quadro attuale e sugli interventi necessari per porre fine al meglio ad una lunghissima attesa.

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