Economia Circolare: verso un modello condiviso e partecipato

di Redazione Ricicla.tv 14/07/2017

Si fa presto a dire “Economia Circolare”, ma cosa prevede quello che – a tutti gli effetti – sarebbe un cambio di paradigma epocale per l’economia globale? E come si colloca (o si collocherebbe) l’Italia in questo sistema dal modello rinnovato? La risposta non è semplice: per definirla il Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con il dicastero per lo Sviluppo Economico, ha avviato una consultazione on line per allargare al massimo la partecipazione pubblica sul documento titolato “Verso un modello di economia circolare per l’Italia”. Si tratta di una pubblicazione che si pone come punto di partenza concreto rispetto al dibattito necessario per condividere una strategia di sviluppo sostenibile e che «ha l’obiettivo di fornire un inquadramento generale dell’economia circolare nonché di definire il posizionamento strategico del nostro paese sul tema, in continuità con gli impegni adottati nell’ambito dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, in sede G7 e nell’Unione Europea» – si legge nelle dichiarazioni affidate dai ministri dell’ambiente Gian Luca Galletti e dello sviluppo economico Carlo Calenda al comunicato pubblicato sul sito del ministero dell’Ambiente.

Definire principi e obiettivi di una Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile a fronte della situazione attuale, sia interna che internazionale. I temi dell’ecodesign e della responsabilità estesa del produttore. La necessità di approfondire le definizioni di sottoprodotti ed “end of waste”. La capacità di conoscere e riconoscere gli indicatori in grado di individuare la rispondenza di un prodotto e del sistema economico in cui quel prodotto viene immesso a consumo, al modello circolare dell’economia. Il documento contribuisce a chiarire queste definizioni, gli obiettivi e gli strumenti con cui il governo Italiano punta a raggiungerli e che in buona misura ha già messo in campo, non senza affiancare all’analisi anche una notazione sulla necessità di promuovere abitudini di consumo più attente e consapevoli.

In questo quadro la grande sfida che l’Italia, assieme ai Paesi maggiormente industrializzati, si troverà ad affrontare nel prossimo decennio è rispondere in modo adeguato ed efficace alle complesse dinamiche ambientali e sociali, mantenendo allo stesso tempo la competitività del sistema produttivo. «È necessario – continua la nota di Calenda e Galletti – mettere in atto un cambio di paradigma che dia l’avvio ad una nuova politica industriale finalizzata alla sostenibilità e all’innovazione in grado di incrementare la competitività del prodotto e della manifattura italiana, e che ci costringa anche a ripensare il modo di consumare e fare impresa. L’Italia ha le caratteristiche e le capacità per farlo e deve cogliere questa opportunità per sviluppare nuovi modelli di business che sappiano valorizzare al meglio il Made in Italy e il ruolo delle Piccole e Medie Imprese. La transizione verso un’economia circolare richiede un cambiamento strutturale e l’innovazione è il cardine di questo cambiamento. La trasformazione digitale del sistema produttivo e le tecnologie abilitanti offrono già oggi soluzioni per rendere possibili e persino efficienti produzioni più sostenibili e circolari. Per ripensare i nostri modi di produzione e consumo, sviluppare nuovi modelli di business e trasformare i rifiuti in risorse ad alto valore aggiunto, abbiamo bisogno di tecnologie, processi, servizi e modelli imprenditoriali creativi che plasmino il futuro della nostra economia e della nostra società. Il sostegno alla ricerca e all’innovazione sarà pertanto un fattore determinante per dare impulso alla transizione, che concorrerà anche a rafforzare la competitività e modernizzare l’industria».

L’obiettivo dichiarato della consultazione, alla luce della complessità e della rilevanza di questa transizione sia per il peso economico-strutturale sul Sistema-Paese che per quella dei temi affrontati, è quello di allargare il più possibile il ventaglio dei soggetti coinvolti nel processo di definizione degli obiettivi e delle misure che saranno alla base del nuovo modello di economia circolare per L’Italia. Attraverso la consultazione online potranno essere toccati tutti i punti all’indice del documento raccogliendo in piena trasparenza i contributi di tutti gli stakholders: dagli organi istituzionali competenti alle imprese, dagli esperti ai cittadini, così da arrivare all’elaborazione di un documento definitivo che sia possa revelarsi, in effetti, come il più possibile condiviso.

 

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