End of waste inerti, nuovo decreto potrebbe arrivare a inizio 2024

di Luigi Palumbo 22/02/2023

Continuano i lavori per la revisione del decreto end of waste sui rifiuti da costruzione e demolizione. Secondo il presidente di ANPAR Paolo Barberi il nuovo regolamento potrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale agli inizi del prossimo anno, dopo una nuova notifica alla Commissione UE

Non un semplice testo rivisto, ma un nuovo decreto a tutti gli effetti, da chiudere nelle prossime settimane per sottoporlo al vaglio del Consiglio di Stato prima e della Commissione europea poi. Arrivando alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale “per gli inizi del 2024”. Sarebbe questo il cronoprogramma del nuovo decreto end of waste sui rifiuti da costruzione e demolizione, secondo Paolo Barberi, presidente di ANPAR, che ieri ha incontrato il vice ministro dell’Ambiente Vannia Gava nell’ambito del tavolo di confronto per la revisione del regolamento entrato in vigore lo scorso 4 novembre. Dopo gli allarmi degli operatori del riciclo e dell’intera filiera dell’edilizia e delle infrastrutture, il regolamento sarà sostituito da un nuovo testo nel quale, dice Barberi, troveranno spazio “gran parte delle nostre osservazioni e richieste”. Nel frattempo la Camera si prepara a dare il via libera definitivo al decreto milleproroghe, che concederà tempo ulteriore al Ministero per lavorare al nuovo decreto e alle imprese per adeguare le autorizzazioni degli impianti.

Il milleproroghe si appresta a diventare legge dello Stato e a disporre il rinvio delle scadenze fissate dal decreto end of waste sui rifiuti da costruzione e demolizione. Che valore ha questo slittamento per voi operatori del riciclo, che da mesi avete lanciato l’allarme sui contenuti del regolamento?

“In questi mesi le aziende si sono fatte mille domande sull’applicabilità del regolamento, in particolare sugli allegati tecnici e i limiti di concentrazione. Ora questa proroga ci dà serenità, soprattutto alla luce del fatto che, dopo aver approvato il decreto per rispettare le tempistiche serrate imposte dal PNRR, il Ministero ha dimostrato la volontà di correggere il testo per non mortificare un settore strategico dell’economia circolare. I nostri sono rifiuti – e prodotti – che valgono pochi soldi e in quanto inerti non danneggiano l’ambiente, quindi se ne parla poco. Ma sono importantissimi per quantità visto che sono i più numerosi tra quelli prodotti in Europa, e rappresentano poco meno del 40% di tutti i rifiuti generati in Italia. Quindi ottima la proroga e ottimo l’atteggiamento nuovo del Ministero, che si predispone a un confronto con le aziende rappresentate dalle associazioni di categoria”.

A questo proposito: il milleproroghe sposta al 4 novembre il termine entro il quale il Ministero dell’Ambiente dovrà valutare la revisione del decreto end of waste. Ieri ANPAR ha incontrato il vice ministro Vannia Gava e i tecnici del Ministero, di Ispra e dell’Istituto Superiore di Sanità. Cosa è emerso?

“Già lo scorso 20 dicembre ANPAR e Assoambiente avevano avuto un primo incontro nel corso del quale era stata manifestata da parte del Ministero la volontà di sistemare il decreto. Ieri abbiamo avuto un nuovo incontro, durante il quale ci è stato illustrato il testo del nuovo decreto con le modifiche apportate. Siamo rimasti molto soddisfatti, visto che gran parte delle nostre osservazioni e richieste sono state accolte. Siamo riusciti a far capire al Ministero che le nostre non sono prese di posizione ideologiche ma posizioni concrete che derivano dalle necessità del mercato e delle aziende”.

Quali sono i prossimi passi nell’interlocuzione con il Ministero sulla revisione del decreto?

“Entro la fine della settimana ci siamo impegnati a far pervenire al Ministero le ulteriori osservazioni su un testo che, ripeto, condividiamo quasi completamente. Ci sono alcuni aspetti di natura molto tecnica che vanno ancora sistemati”.

Quali?

“Vanno chiarite ad esempio le disposizioni dell’articolo 8 sul periodo transitorio. Le modifiche contenute nel testo proposto dal Ministero sono sostanziali, e impongono l’avvio di un nuovo iter di approvazione. Quindi la chiusura del testo e la concertazione nazionale, l’approvazione da parte del Consiglio di Stato e poi una nuova notifica alla Commissione europea. Dalla data della notifica partirà quindi un nuovo periodo di ‘stand still’ di 90 giorni. I tempi si prevedono non lunghi, insomma, ma medi. Sarà quindi utile dare indicazioni certe per le aziende che si apprestano a presentare istanza per nuove autorizzazioni o per varianti sostanziali o, comunque, per tutte le imprese che continueranno a operare in questo periodo di ‘interregno’ tra il vecchio e il nuovo decreto. Non siamo ancora arrivati alla fine del percorso, anche se vediamo la luce in fondo al tunnel. Stando alle dichiarazioni del vice ministro Vannia Gava, che sta mantenendo una tempistica serrata, immagino che nel giro di poche settimane si arriverà alla chiusura del testo. Poi partirà l’iter per l’approvazione definitiva. Realisticamente, immagino che per gli inizi del 2024 dovremmo arrivare alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale”.

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