Incentivi biometano, al via la quarta gara: c’è anche il revamping forsu

di Redazione Ricicla.tv 03/06/2024

Aperto l’invio dei progetti per l’accesso alla quarta tranche di incentivi per la produzione di biometano da rifiuti organici e scarti agricoli: dentro per la prima volta anche le proposte di revamping di impianti a biogas da forsu. Ma resta il nodo dei tempi


Al via dalle 12 di oggi e fino alla stessa ora del 2 agosto prossimo la quarta procedura competitiva per l’accesso agli incentivi PNRR per la produzione di biometano da rifiuti organici e scarti agricoli. Nell’area dedicata alla misura sul portale del GSE sarà possibile inoltrare le proposte progettuali per l’accesso alla tariffa incentivante e al contributo in conto capitale finanziati con gli 1,7 miliardi di euro appostati sul ciclo. Il contingente incentivabile complessivamente messo a gara, si legge nel bando, ammonta a 162mila 499,26 Smc/h e include le quote non assegnate nelle prime tre tranche di gara così come quelle oggetto di rinuncia. Si tratta in quest’ultimo caso di circa 20mila Smc/h, liberati dai progetti che, come riportato nei giorni scorsi dalla nostra testata, pur finiti in posizione utile nelle prime due graduatorie hanno successivamente fatto rinuncia. Nel frattempo, infatti, è stato attivato lo scudo anti-inflazione, introdotto alla fine dello scorso anno con la conversione del decreto Asset, che prevede l’adeguamento della tariffa e del contributo a fondo perduto all’andamento dell’indice dei prezzi. Un intervento che ha di fatto spaccato il regime di sostegni in due tronconi, penalizzando le imprese assegnatarie dei contingenti delle prime due aste. Diverse delle quali hanno rinunciato all’assegnazione per ripresentarsi alle gare successive, di gran lunga più vantaggiose.

L’adeguamento di tariffa e contributo all’inflazione varrà naturalmente anche per la quarta gara, che in più per la prima volta sarà aperta anche alla riconversione delle strutture di trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani che già producono biogas. Una platea potenziale di circa cinquanta impianti con una capacità produttiva di 200 milioni di metri cubi di biogas, convertibili in circa 100 milioni di metri cubi di biometano, che inizialmente erano stati esclusi dal ciclo di incentivi e che sono stati ammessi solo dopo la rinegoziazione del PNRR con la Commissione europea avvenuta la scorsa estate. Difficile tuttavia che l’apertura del ciclo di incentivi al revamping degli impianti biogas da forsu, seppur in combinato disposto con l’adeguamento all’indice dei prezzi, possa ribaltare le sorti della misura. I numeri, fin qui, non sono esattamente quelli di un successo e le cose difficilmente potranno mettersi meglio.

Al momento, secondo quanto comunicato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, i progetti ammessi agli incentivi sono in totale 157, per una capacità produttiva pari a 71mila 950 smc/h, ovvero poco più di un terzo del contingente incentivabile da assegnare entro il 2024, pari a 257mila metri cubi. E se è vero, come ha riferito qualche giorno fa in Senato il ministro, che il contingente assegnato corrisponde a una producibilità annua di circa 630 milioni di standard metri cubi “pari oltre al 25% del target che il PNRR prevede di raggiungere nel 2026”, ovvero i 2,3 miliardi di metri cubi di nuova capacità produttiva, è anche vero che le prossime procedure saranno pesantemente condizionate dal fattore tempo.

Per accedere ai contributi, infatti, gli interventi non possono partire prima della pubblicazione delle graduatorie definitive e devono essere completati entro il giugno del 2026. Tempi strettissimi: i risultati della prossima asta verranno resi noti solo a fine ottobre. Ciò significa che gli assegnatari avranno a disposizione poco più di un anno e mezzo per avviare e portare a termine i lavori, mentre gli assegnatari dell’ultima tranche, che si aprirà a novembre, conosceranno i risultati solo ad aprile 2025. Quando mancherà poco più di un anno alla scadenza. Margini forse troppo risicati, che uniti alle complessità tecniche e ai costi ancora elevati delle opere di connessione degli impianti alla rete nazionale sembrando destinati con ogni probabilità a impedire il pieno decollo del ciclo di incentivi.

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