Il nuovo governo dovrà “accompagnare i cittadini verso la transizione verde” abbracciando “il principio di neutralità tecnologica” ha detto la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo primo discorso alla Camera
No all’ambientalismo ideologico, sì alla difesa della natura “con l’uomo dentro”, ha dichiarato nel suo discorso alla Camera dei deputati la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Parole che fanno luce sull’orizzonte programmatico del neonato Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Un cambio di denominazione accolto tra le polemiche per la scomparsa del riferimento alla transizione ecologica. Polemiche alle quali la premier ha risposto citando il filosofo conservatore Roger Scruton e la sua definizione di ecologia: “l’esempio più vivo dell’alleanza tra chi c’è, chi c’è stato, chi verrà dopo di noi”. “Non c’è ecologista più convinto di un conservatore – ha detto Meloni – ma quello che ci distingue dall’ambientalismo ideologico è che noi vogliamo difendere la natura con l’uomo dentro coniugando sostenibilità ambientale, economica e sociale“. Vale a dire le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile. Compito del governo, ha spiegato la premier, sarà quello di “accompagnare imprese e cittadini verso la transizione verde, senza consegnarli a nuove dipendenze strategiche e rispettando il principio di neutralità tecnologica“.
Insomma la transizione scompare dal nome del dicastero ma non dall’orizzonte programmatico del governo, che anche per questo si affiderà alla consulenza dell’ex ministro Roberto Cingolani, chiamato a gestire il passaggio di mano dei dossier più delicati, a partire naturalmente dal rovente fascicolo sulla sicurezza energetica, tema che diventa elemento prioritario e strutturale dell’azione politica del nuovo esecutivo. “La nostra priorità – ha detto Meloni – deve essere mettere un argine al caro energia e accelerare in ogni modo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale”. E dunque sì a nuove estrazioni di gas nazionale, ma anche allo sblocco della burocrazia che frena l’installazione di nuove fonti rinnovabili. “I nostri mari possiedono giacimenti di gas che abbiamo il dovere di sfruttare appieno – ha sottolineato la premier – la nostra nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi. Un patrimonio di energia verde troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili”.
Le parole di Meloni sembrano insomma tracciare i confini di un’azione di governo che sui temi ambientali metterà al centro la tutela del patrimonio naturale, “che abbiamo ereditato dai nostri padri per trasmetterlo ai nostri figli” ha detto, collocandosi a metà strada tra conservazione e innovazione, tra pragmatismo energetico e decarbonizzazione. “Servono investimenti strutturali per affrontare l’emergenza climatica, le sfide ambientali, il rischio idrogeologico e l’erosione costiera – ha detto – e per accelerare i processi di ricostruzione dei territori colpiti in questi anni dai terremoti e da calamità naturali, come la drammatica alluvione che nella notte tra il 15 e il 16 settembre ha sconvolto la Regione Marche. Consentitemi, insieme a tutti voi, di rinnovare qui il cordoglio per le vittime e la vicinanza a tutta la comunità: siamo al vostro fianco e non vi abbandoneremo, contate su di noi”.