MUD 2023, nuovo modello in arrivo e rischio caos per le imprese

di Monica D'Ambrosio E Luigi Palumbo 03/03/2023

Secondo indiscrezioni, il Ministero dell’Ambiente starebbe per pubblicare un nuovo modello MUD, nonostante sia ormai scaduto il termine ultimo fissato dalla legge. I 400mila soggetti obbligati ora rischiano il caos

Applicativi pubblicati online e poi, nella notte, misteriosamente fatti sparire. Comunicazioni ufficiali ridotte a zero, ma sostituite da un turbinio di voci di corridoio. Decisioni urgenti lasciate affondare nelle sabbie mobili dei giochi della politica. C’è il caos al Ministero dell’Ambiente, e a farne le spese saranno le imprese, i comuni e, più in generale, i circa 400mila soggetti obbligati alla presentazione del Modello Unico di Dichiarazione ambientale, il MUD. Nel silenzio del Ministero è stato confermato, un po’ a sorpresa, il modello dello scorso anno. Ma la scadenza per l’inoltro telematico della dichiarazione, fissata al momento al prossimo 2 maggio, potrebbe slittare per effetto di un intervento del dicastero, che secondo quanto riferito a Ricicla.tv da fonti ben informate, sarebbe pronto a pubblicare un nuovo modello. “Dovrebbe uscire in Gazzetta a giorni” riferisce a Ricicla.tv una fonte vicina al Ministero, che preferisce restare anonima.

Un intervento disperato. Non ai supplementari, ma a partita praticamente già conclusa. Eppure, dicono fonti informate, il nuovo modello era pronto a finire in Gazzetta da settimane. “Il testo era stato inviato con largo anticipo alla Corte dei Conti” dice la fonte. E allora cosa è successo? Che sia rimasto incastrato negli innumerevoli ingranaggi della elefantiaca macchina ministeriale? Probabile, ma è ancora più probabile che lo schema sia affondato nelle sabbie mobili della riorganizzazione post-elettorale della struttura. Un restyling tutt’altro che compiuto, visto che appena un mese fa sono cambiati i vertici di due dei tre dipartimenti del MASE (amministrazione generale ed energia), più quello della struttura di missione del PNRR, e che a restare in bilico è il solo dipartimento per lo sviluppo sostenibile. Alla cui direzione generale sull’economia circolare, guidata dall’ingegnere Silvia Grandi, toccava mettere nero su bianco lo schema di MUD.

A questo punto però, una semplice pubblicazione in Gazzetta potrebbe non bastare, ma potrebbe rendersi necessario un autentico funambolismo giuridico. La normativa vigente stabilisce infatti che, per sostituire quello dell’anno precedente, il nuovo format debba essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il 1 marzo. Ciò significa che per rendere pienamente operativo il nuovo modello servirebbe introdurre una deroga alla legge istitutiva del MUD, la 70 del 1994, allungando temporaneamente i termini per la pubblicazione. Per farlo le strade più rapide sono due: un decreto legge, che però andrebbe poi convertito entro 60 giorni e la cosa aggiungerebbe ulteriore incertezza. O piazzare un emendamento ad hoc in un decreto all’esame delle camere e già in via di conversione. Come il nuovo decreto sulla governance del PNRR, il cui iter però è appena agli inizi e dovrà essere completato entro il 25 aprile. Ovvero a una settimana dall’attuale scadenza per la presentazione dei MUD. Senza contare i possibili rilievi di inammissibilità. La coperta resterebbe in entrambi i casi pericolosamente corta.

Che qualcosa non abbia funzionato, del resto, sembrerebbero confermarlo anche una serie di circostanze piuttosto irrituali. La prima è che negli ultimi cinque anni il MUD è stato rinnovato quattro volte e che in occasione dell’unica conferma (quella del modello 2019 per il 2020) il Ministero aveva provveduto a diramare con largo anticipo una comunicazione ufficiale. Mancanza di garbo istituzionale, si dirà. E sia. La seconda circostanza però è più difficile da giustificare. Nonostante il modello MUD sia di fatto confermato – e manchino ormai meno di due mesi alla scadenza delle comunicazioni, fissata al prossimo 2 maggio – il portale per l’invio telematico non è ancora stato aperto. L’annuncio dell’apertura dovrebbe essere pubblicato sulla piattaforma online delle Camere di Commercio, ma anche qui tutto tace. O quasi, visto che nella mattina del 2 marzo, ovvero allo scadere dei termini per la pubblicazione di un nuovo modello, sul portale era stata comunicata la disponibilità per il download dell’applicativo per la compilazione del MUD, il software gratuito che ogni anno viene messo a disposizione dei soggetti obbligati da Ecocerved, la società informatica delle Camere di Commercio. Nulla di strano: se il modello resta quello dell’anno precedente, anche l’applicativo non deve subire modifiche o aggiustamenti. Nella notte tra il 2 e il 3 marzo, però, l’applicativo scompare dal portale. Sui motori di ricerca c’è ancora traccia del link, che però ora conduce, se ci si clicca su, a una pagina vuota.

Un vuoto, e un silenzio, che hanno il sapore dell’imbarazzo. Che fine ha fatto l’applicativo? Chi e perché ne ha chiesto la rimozione? Quando i soggetti obbligati potranno cominciare a inviare le proprie comunicazioni, visto che il 2 maggio si fa ogni giorno più vicino? Queste le domande che stanno tormentando enti e imprese, alle prese con un adempimento che, come da tradizione, anche quest’anno pare destinato ad assumere le fattezze di un autentico calvario. “I tempi per la presentazione sono ridotti all’osso ha spiegato a Ricicla.tv la giurista e consulente ambientale Tiziana Cefis – solo due mesi utili per la raccolta e la verifica dei dati e l’elaborazione di un modello che di anno in anno è diventato sempre più complesso”. Per Cefis, quella venutasi a creare quest’anno è “una situazione a dir poco paradossale“. E potrebbe diventarlo ancora di più, se le voci sulla imminente pubblicazione di un nuovo modello, e su un intervento a gamba tesa sulla normativa di riferimento per spostare più in là le scadenze, dovessero rivelarsi fondate.

Il condizionale, a ogni modo, resta d’obbligo. Quello che è certo è che il modello dello scorso anno, confermato dal silenzio assenso del Ministero, non è pienamente utilizzabile. I comuni, ad esempio, nella comunicazione rifiuti urbani dovranno compilare, tra le altre, anche la ‘scheda CG’ riportando i costi di gestione. Ma le tabelle di riferimento contenute nel modello dello scorso anno, quelle del MTR-1 di ARERA, non sono più valide visto che nel 2022 è diventato pienamente operativo il MTR-2. “Tra le tabelle di riferimento ci sono vari elementi differenti – spiega Francesco Iacotucci, consulente di Ifel – nel MTR-2 ad esempio scompare tutta la parte del ‘limite tv’. In più ci sono nuovi elementi predittivi (c116 e cq) e variano i conguagli. Il rischio – dice – è che i conti non tornino”. Ma restano anche da chiarire i profili di criticità che erano stati evidenziati dagli addetti ai lavori nel modello dello scorso anno. Come i dubbi sulla compilazione del MUD per le attività di pulizia manutentiva. Comunque vada, sarà un disastro.

Aggiornamento del 06/03/2023 alle ore 13:12 – Dopo averlo anticipato a Ricicla.tv, con una comunicazione ufficiale sul proprio portale web il MASE ha confermato l’imminente pubblicazione di un nuovo MUD La comunicazione è consultabile a questo link.

5 commenti su "MUD 2023, nuovo modello in arrivo e rischio caos per le imprese"

  1. ENZA LECHIANCOLE ha detto:

    visto quanto sopra ci dovrebbe essere quindi una proroga per la presentazione del Mud 2023,

  2. soleil ha detto:

    meno male che ho trovato la notizia da voi… stavo uscendo pazza!
    da motore di ricerca la disponibilità per il download dell’applicativo per la compilazione del MUD 2023 era su ecocamere , ma sul sito c’era il vuoto totale…nemmeno una spiegazione!
    ma per i consulenti che compilano un centaio di mud cosa riserva questo ritardo?..dobbiamo dire ai nostri clienti che non c’è tempo??.. sempre peggio!!

  3. CASSARINO SANTO ha detto:

    Sto solo constatando il solito caos all’italiana. Gli utenti siano essi imprese e/o consulenti hanno solo bisogno di certezze di percorsi burocratici, meglio se semplificati. Forse ci vuole un po di circolarità legislativa.

  4. Alfonso ha detto:

    Il software mud2023 poiche vecchio nella programmazione e fatto con framework, esporta file che da esso escono corretti, ma che sottoposti a controllo genera errori di cofica file. Il software di controllo esegue alcune conversioni automatiche per evitare problemi simili su caratteri non ASCII comunemente utilizzati dai software che producono i MUD, tuttavia nel caso specifico il software di riferimento del portale (il programma MUD2023 distribuito da Unioncamere) per ragioni tecniche dovute al framework con cui viene storicamente sviluppato, importa tacitamente come nulli i valori decimali delle quantità se non trova il corretto carattere ASCII della virgola, inducendo così in possibili errori in caso di successive eseportazioni della stessa dichiarazione, per cui si è scelto di non provvedere a conversioni automatiche in fase di controllo.

  5. Alfonso ha detto:

    Generate un file con MUD2023 esportatelo e fate il chek dello stesso su http://www.mudtelematico.it, darà una serie errori di questo genere:
    Formato campo quantità errato: 0000060‚000, il campo contiene caratteri non validi secondo la codifica ASCII: “‚” (codice: 0x82, pos.: 8) – Codice CER: ******, (progressivo: 1) – Record “BA”: Scheda RIF – Rifiuti (linea 4, pos. 1)
    (linea 2) AA – Sezione anagrafica – ***********************************
    Errore
    Formato campo quantità errato: 0000000‚000, il campo contiene caratteri non validi secondo la codifica ASCII: “‚” (codice: 0x82, pos.: 8) – Codice CER: ******, (progressivo: 1) – Record “BA”: Scheda RIF – Rifiuti (linea 4, pos. 1)
    (linea 2) AA – Sezione anagrafica – ***********************************

    Con la speranza che ecocamere intervenga e risolva il problema altrimenti il mud non so come inviarlo.

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