MUD 2024, nuovo modello in arrivo

di Luigi Palumbo 07/02/2024

Pronto un nuovo Modello di Dichiarazione Ambientale per i rifiuti prodotti e gestiti nel 2023. Tra le modifiche (poche) al format dello scorso anno le voci sui costi per i Comuni e sugli imballaggi per liquidi alimentari. Il MUD 2024 dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il prossimo 1 marzo, ma dopo il pasticcio dell’anno scorso il condizionale è d’obbligo


È in arrivo un nuovo Modello Unico di Dichiarazione ambientale. Con modifiche, rispetto al format dello scorso anno, che riguarderanno soprattutto i Comuni e che, pur limitate, saranno sufficienti a far slittare il termine ultimo per le presentazioni. Stando a quanto apprende Ricicla.tv, infatti, il MUD per le comunicazioni relative ai rifiuti prodotti e gestiti nel 2023 sarebbe già stato inviato dal Ministero dell’Ambiente alla Presidenza del Consiglio per l’adozione del DPCM che dovrà ratificarne l’entrata in vigore. Dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale scatteranno quindi i 120 giorni per l’invio (esclusivamente in via telematica), spostando la chiusura dei termini a una data successiva a quella del 30 aprile.

Il nuovo MUD, spiegano a Ricicla.tv fonti informate, non stravolgerà quello dell’anno precedente. Le comunicazioni riservate alle imprese resteranno sostanzialmente invariate, mentre modifiche puntuali riguarderanno la parte riservata a Comuni e gestori del servizio pubblico, e nello specifico le voci relative ai costi, che nel nuovo modello sono state meglio allineate alla disciplina tariffaria di ARERA. Aggiornata anche la voce sui rifiuti pescati, contenuta nella ‘Scheda RU’, che aveva fatto la sua prima comparsa nel MUD dello scorso anno. Variazioni, limitate, anche nella comunicazione imballaggi, dove vengono tarate meglio le voci necessarie a monitorare il raggiungimento degli obiettivi europei sulla raccolta dei contenitori per liquidi alimentari.

Ai sensi della normativa di riferimento, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del MUD 2024 dovrebbe avvenire entro il prossimo 1 marzo, ma il condizionale, dopo il pasticcio del 2023, resta d’obbligo. Lo scorso anno, infatti, il Ministero dell’Ambiente aveva annunciato l’arrivo di un nuovo modello solo dopo un lungo silenzio che aveva alimentato confusione e incertezza tra i soggetti obbligati, essendosi protratto ben oltre quello che la legge istitutiva del MUD indica come termine ultimo per l’adozione di un modello sostitutivo. Ovvero il 1 marzo di ogni anno. Complice una serie di ritardi accumulati nel corso dell’iter per l’adozione del DPCM (siglato dalla Presidenza del Consiglio il 2 febbraio ma registrato dalla Corte dei Conti il 27 febbraio), il nuovo MUD era quindi finito in Gazzetta Ufficiale solo il 10 marzo.

Uno sforamento irrituale, che secondo diversi osservatori avrebbe pregiudicato la legittimità del format e che per il Ministero dell’Ambiente, invece, sarebbe stato pienamente legittimo, essendo quello del 1 marzo un termine “ordinatorio” e non “perentorio”, come il dicastero aveva precisato in una nota fatta pervenire alla nostra testata. L’auspicio, per i circa 400mila soggetti obbligati a compilare il MUD, già chiamati a tenere il passo di un adempimento in costante evoluzione, è che quest’anno l’appuntamento con il nuovo format torni a osservare, come ha sempre fatto, i termini del calendario tradizionale. Ordinatori o perentori che siano.

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