Rapporto ambiente SNPA: bene la differenziata, lento l’addio alla discarica

di Redazione Ricicla.tv 21/02/2024

Differenziata e rinnovabili trainano le performance green dell’Italia, che però deve cambiare passo sul taglio delle emissioni e dei conferimenti in discarica. La fotografia scattata dal SNPA nell’ultimo report sullo stato di salute dell’ambiente in Italia. Pichetto: “Sui rifiuti alle regioni servono piani adeguati e impianti di trattamento”


L’installazione di nuova potenza rinnovabile e i progressi della raccolta differenziata a ogni altezza dello Stivale trainano le performance dell’Italia sul campo delle politiche nazionali di sviluppo sostenibile. Tutt’altro che al passo i dati su riduzione delle emissioni e consumo di suolo. È la fotografia scattata dalle agenzie del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale nell’ultimo report sullo stato di salute delle politiche verdi nel nostro Paese, presentato questa mattina a Roma. Un’analisi in 21 indicatori, dei quali 6 segnano un trend positivo, mentre per 6 non è definito, per 5 è negativo e per 4 stabile. “Complessivamente la valutazione è positiva – ha spiegato il presidente di ISPRA Stefano Laporta – ovviamente abbiamo ancora alcune criticità significative”. Come quelle registrate sul fronte delle emissioni di gas serra, ridottesi del 19,9% sul 1990 ma cresciute nel 2021 dell’8,5% rispetto al 2020. A questo ritmo, spiega SNPA, si ridurranno solo del 28,5% rispetto ai livelli del 2005, a fronte dell’obiettivo del 43,7% al 2030 previsto dalla normativa europea sull’effort sharing. Male anche il consumo di suolo, aumentato di oltre 120mila ettari tra 2006 e 2022. Bene invece la quota di rinnovabili sul consumo energetico lordo che nel 2020 ha toccato il 20,4%, un valore superiore all’obiettivo del 17% assegnato all’Italia sebbene lontano dall’ambizioso target del 45% al 2030.

Dati che sottolineano la necessità di cambiare passo sulla strada verso gli obiettivi di sostenibilità ambientale dell’ONU al 2030, ma anche verso gli ambiziosi target di neutralità climatica dell’Ue. “Siamo in un momento che, non nego, è emergenziale – ha ammesso il ministro dell’Ambiente GIlberto Pichetto Fratin – emergenziale sotto il profilo climatico e sotto il profilo ambientale. Criticità che ci obbligano da un lato a riordinare la normativa e dall’altro ad affrontare percorsi condivisi con l’Ue, pensiamo ad esempio alla qualità dell’aria“. Proprio sulla qualità dell’aria, pessima negli ultimi giorni in pianura padana, i dati SNPA dipingono uno scenario in chiaroscuro. Tra il 2013 e il 2022 la concentrazione di PM10 è risultata decrescente nel 45% delle stazioni analizzate, con una diminuzione media del 2,1% annuo. In calo anche il PM2,5, ma il percorso verso gli ambiziosi limiti fissati al 2030 dall’OMS, tuttavia, resta lungo. Per il particolato sottile, nello specifico, il valore di riferimento annuale dell’OMS, ridotto da 10 a 5 µg/m³, risulta superato in tutte le stazioni di monitoraggio. Segno che l’emergenza qualità dell’aria è ancora lontana dalla risoluzione, come dimostrano i dati raccolti negli ultimi giorni nelle regioni del centro nord.

Tra i trend positivi spicca quello sulla crescita della raccolta differenziata, con l’aumento di un punto percentuale a livello nazionale rispetto al 2021; che raggiunge così il 65%. Stabile invece la produzione di rifiuti urbani, che si attesta a 29,1 milioni di tonnellate, in diminuzione dell’1,8% rispetto al 2021, mentre si conferma troppo lento l’addio alla discarica. Pur segnando una positiva riduzione del 51% tra 2012 e 2021, entro il 2035 i conferimenti non dovranno infatti superare il 10% dei rifiuti prodotti mentre nel 2022 il tasso di smaltimento era ancora al 17,8%. “La differenziata non è ancora ai livelli ai quali dovrebbe essere su tutto il territorio nazionale – osserva Pichetto – in alcune regioni mancano piani adeguati e mancano anche gli impianti di trattamento“. Se i rifiuti urbani diminuiscono, cresce invece la produzione di rifiuti speciali, che entro il 2030 dovrebbe essere ridotta in maniera significativa mentre nel 2021 è cresciuta del 12,2% sull’anno precedente. A un ritmo addirittura superiore rispetto a quello del PIL (+7%). Numeri influenzati anche dalla ripartenza post pandemica, precisa ISPRA, ma che sottolineano comunque la necessità “di promuovere processi industriali innovativi, anche in un’ottica di simbiosi industriale e creare ‘distretti circolari’ “attraverso cui rifiuti o sottoprodotti di un’industria diventano materie prime per un’altra”.

Tra i trend positivi anche quello sull’andamento dei controlli effettuati dalle agenzie del SNPA, con numeri in crescita sia per le visite ispettive AIA, 1850 su 6463 siti nel 2021, sia per quelle Seveso, 187 su 982 installazioni. “Il ruolo di ISPRA e delle Agenzie, che sono vere e proprie antenne sul territorio, è fondamentale”, ha detto il ministro Pichetto. “Il rapporto indica un percorso di crescita e maturazione delle Agenzie, sempre più punto di riferimento per i territori” ha chiarito Laporta. Un ruolo strategico, quello del SNPA, che tuttavia sin dalla sua istituzione, nel 2016, deve fare i conti con l’eterna scarsità di risorse economiche e con l’inadeguatezza degli organici in forza alle Agenzie sul territorio. “Su questo fronte – ha chiarito Laporta – anche se non abbiamo la bacchetta magica, abbiamo tuttavia l’ambizione di sopperire ai fattori di disomogeneità mettendo a fattor comune le risorse, razionalizzando e ottimizzando le attività“.

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