Rifiuti tessili, il Parlamento Ue chiede regole EPR entro dicembre

di Redazione Ricicla.tv 13/03/2024

Via libera dell’europarlamento alla posizione negoziale sulla riforma della direttiva quadro rifiuti. Chiesti target più ambiziosi di riduzione dello spreco alimentare, ma anche tempi più serrati per la definizione delle regole dei sistemi di responsabilità estesa del produttore per l’industria tessile. La futura Commissione europea, chiedono gli eurodeputati, dovrà adottarli entro il 31 dicembre di quest’anno. Ma in mezzo ci sono le elezioni


Entro la fine di quest’anno, compatibilmente con i tempi di assestamento post elezioni di giugno, la nuova Commissione europea dovrà definire i criteri per l’istituzione di sistemi nazionali di responsabilità estesa del produttore nel settore tessile. Lo chiede il Parlamento europeo, che nella plenaria di oggi ha adottato la propria posizione negoziale sullo schema di revisione della direttiva quadro rifiuti, presentata a luglio scorso da Bruxelles per rafforzare la disciplina comunitaria su due fronti chiave del piano d’azione sull’economia circolare, rifiuti tessili e scarti alimentari. Il via libera dell’europarlamento alla relazione con le proposte emendative presentata dall’eurodeputata polacca Anna Zalewska, relatrice e componente della commissione ENVI, conferma lo schema proposto dall’esecutivo dell’Unione, alzandone però l’asticella dell’ambizione. In particolare sugli sprechi alimentari si chiede entro il 2030 di raddoppiare dal 10 ad almeno il 20% (rispetto alla media tra 2020 e 2022) l’obiettivo di riduzione nelle filiere produttive, e di portare dal 30 al 40% (rispetto al 2020) il taglio del ‘food waste’ pro capite generato dal consumo domestico, dalla ristorazione o dalla distribuzione. Con lo stesso obiettivo gli Stati membri dovranno garantire, tra l’altro, l’adozione di sistemi di etichettatura capaci di fornire informazioni chiare sulle date di scadenza dei prodotti.

Ma la parte più consistente dello schema di riforma di Bruxelles, e di conseguenza anche della posizione negoziale del Parlamento, riguarda la gestione dei rifiuti tessili. Tra le misure proposte l’obbligo di raccolta differenziata a partire dal 1 gennaio 2025, che in Italia è però in vigore già dal 2022, ma soprattutto l’istituzione di sistemi obbligatori di responsabilità estesa del produttore (o EPR) su base nazionale per garantire la raccolta, la preparazione per il riuso e il riciclo dei rifiuti tessili. Una proposta che ha incassato il placet degli eurodeputati, secondo i quali tuttavia l’attuazione della misura deve essere vincolata a un cronoprogramma più scadenzato e stringente di quello presentato da Bruxelles. Per il Parlamento, infatti, l’atto delegato che definirà le regole dei sistemi EPR per l’industria tessile dovrà essere adottato entro dicembre di quest’anno dalla Commissione europea – scadenza assente nella proposta di Bruxelles – mentre gli Stati membri dovranno attivare i sistemi entro 18 mesi dall’entrata in vigore della nuova direttiva e non entro i 30 proposti dalla Commissione. In più gli eurodeputati chiedono di estendere il perimetro dei regimi EPR, oltre a chi immette sul mercato prodotti di consumo come articoli di abbigliamento, accessori e calzature, anche ai produttori di tappeti e materassi. Per queste queste ultime due categorie entro il 31 dicembre 2027 gli Stati membri dovranno garantire che tutti i nuovi prodotti immessi sul mercato dell’Ue siano coperti dalle regole EPR. Stando a un emendamento proposto dalla commissione ENVI e approvato dalla plenaria, i contributi versati dai produttori su ogni prodotto immesso a mercato dovrebbero inoltre essere modulati anche “in proporzione al rilascio di microplastiche”.

Nella sua posizione negoziale sullo schema di riforma della direttiva quadro rifiuti, tuttavia, il Parlamento europeo va anche oltre il perimetro dei soli rifiuti tessili e degli sprechi alimentari. Tra gli emendamenti che hanno ottenuto il via libera degli eurodeputati è destinato a far discutere quello che “incoraggia” gli Stati membri “dove opportuno” a introdurre sistemi di selezione dei rifiuti urbani residui “per evitare che i rifiuti che possono essere preparati per il riuso o riciclati vengano inviati a incenerimento o discarica”. Si tratta di una versione più morbida di una serie di emendamenti presentati durante l’esame in commissione ENVI dai parlamentari del fronte verdi e sinistra per chiedere l’introduzione obbligatoria di sistemi di selezione. Misura la cui adozione, fortemente sollecitata dalle organizzazioni ambientaliste, Zero Waste Europe in testa, era stata criticata dalle principali associazioni europee delle imprese del waste management e del riciclo, secondo le quali prima di introdurre un obbligo ne andrebbero valutati attentamente i costi e benefici economici e ambientali.

Il via libera alla posizione negoziale sulla riforma della direttiva rifiuti arriva quando manca poco più di un mese al 25 aprile, data che segnerà la sospensione delle attività dell’aula in vista delle elezioni europee di inizio giugno. Toccherà quindi di fatto al prossimo Parlamento portare avanti i negoziati a tre con gli Stati membri (che non hanno ancora adottato una posizione negoziale) e con la futura Commissione. Tenuto conto dei tempi che occorreranno per il passaggio di consegne sul dossier (solo uno di una lunga lista) e di quelli necessari ad avviare e concludere i negoziati, insomma, appare difficile che si possa arrivare a un accordo definitivo sul testo, e alla pubblicazione della nuova direttiva nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue, entro il 31 dicembre di quest’anno. Termine entro il quale, secondo gli eurodeputati, la nuova Commissione dovrà definire le regole per l’istituzione dei sistemi di responsabilità estesa del produttore. Una questione che interessa, e molto da vicino, anche il governo italiano, visto che proprio nell’attesa delle nuove regole europee il Ministero dell’Ambiente ha scelto di mettere ‘in stand by’ i lavori sulla propria proposta di regolamento EPR per l’industria tessile.

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