Assimilazione rifiuti, Anci: «Bozza decreto penalizza i Comuni»

di Luca Guerra 05/06/2017

Un incontro per chiarire le proposte relative ai criteri di assimilabilità dei rifiuti speciali a quelli urbani, contenuti in un decreto che il Ministero dell’Ambiente si prepara a varare: è la richiesta arrivata a Roma per mano dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Nella lente d’ingrandimento dei sindaci c’è un particolare passaggio della bozza: l’esclusione dal perimetro della gestione dei rifiuti urbani per le attività che occupano più di 300 metri quadrati nei Comuni con meno di 10 mila abitanti e più di 500 metri quadrati nei Comuni con oltre 10 mila abitanti. Il dato comporterebbe squilibri rilevanti nell’attuazione di direttive comunitarie che disciplinano la gestione di determinate categorie di rifiuti: se confermate, infatti, le proposte potrebbero portare all’aumento delle tariffe sui rifiuti in tutti i Comuni italiani dal 20 al 60%, con ricadute molto pesanti sui bilanci delle famiglie.

Il decreto disciplina la gestione dei rifiuti, dei rifiuti pericolosi, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi: il punto è stabilire quando i rifiuti prodotti da industrie e attività commerciali possono essere annoverati nel ciclo di raccolta e smaltimento gestito dai Comuni e finanziato dalla Tari. Fresco di incarico da due mesi, il delegato Anci a energia e rifiuti, il sindaco di Melpignano Ivan Stomeo ha spiegato il punto di vista dell’associazione che rappresenta i comuni italiani ai microfoni di Ricicla.tv:  «Abbiamo fatto i piani finanziari rispetto all’assimilazione e questa bozza di decreto penalizza fortemente i Comuni».

Un repentino cambio di rotta “potenzialmente devastante” rispetto ai benefici prodotti dai criteri vigenti fino a oggi in materia di legalità, anti-riciclaggio, tutela ambientale, sicurezza igienico-sanitaria, tracciabilità dei flussi di rifiuti assimilati, semplificazione degli adempimenti per le utenze assimilate, sviluppo industriale del settore. «Qui ci stiamo giocando una partita importante, capiamo le difficoltà delle aziende ma occorre ammettere che la bozza va rivista: abbiamo bisogno di sederci intorno a un tavolo con il Ministro Galletti e trovare una soluzione definitiva a questo problema. In questi due mesi ho girato l’Italia e ho compreso che siamo un Paese che viaggia a più velocità – spiega Stomeo – io punterò su trasparenza ed economicità. Il vero problema che sto riscontrando è che i cittadini e le comunità sono distanti anni luce». Il rischio è quello di dover recuperare nelle casse comunali circa 1.8 miliardi di euro, finanziabili esclusivamente tramite aumento delle tariffe. «Ci batteremo con determinazione» assicura il delegato.

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