MUD 2023, il Ministero: “Termine del 1 marzo è ordinatorio”

di Redazione Ricicla.tv 13/03/2023

Il Ministero dell’Ambiente risponde ai dubbi sollevati da Ricicla.tv sulla legittimità del nuovo modello MUD. “Il termine del 1 marzo è ordinatorio”, scrive il dicastero in riferimento alle scadenze temporali fissate dalla legge 70 del 1994


Il termine di legge per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un nuovo modello MUD non è ‘perentorio’ ma ‘ordinatorio’: dovrebbe essere rispettato, ma anche se non lo si rispetta, in fondo, non succede niente. Lo chiarisce il Ministero dell’Ambiente, in risposta ai dubbi sollevati da Ricicla.tv rispetto alla legittimità del Modello Unico di Dichiarazione ambientale pubblicato lo scorso venerdì in Gazzetta Ufficiale. Vale a dire ben oltre il termine fissato dalla legge 70 del 1994, secondo cui le modifiche al modello dell’anno precedente “sono disposte con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale entro la data del 1 marzo“. “Il termine del 1 marzo è ordinatorio, come tutti quelli sui decreti attuativi” ha comunicato alla nostra testata l’ufficio stampa del dicastero di Via Cristoforo Colombo. Confermando che, ai sensi della legge 70, con la pubblicazione del nuovo MUD è scattata anche la proroga di 120 giorni per la presentazione, fissata quindi al prossimo 8 luglio.

Insomma, il termine che imprese, consulenti, giuristi – e più in generale chiunque abbia avuto a che fare, almeno una volta nella vita, con il ‘730 dei rifiuti’ – hanno per trent’anni considerato come un limite invalicabile rispetto al quale programmare le proprie attività, non lo è più. Come per ogni decreto attuativo che si rispetti, il limite temporale fissato per l’adozione, per quanto riportato nero su bianco in una legge dello Stato, non è da considerarsi come ‘perentorio’ ma come puramente indicativo. E pazienza se non lo si rispetta, tanto poi, mal che vada, scatta la proroga. Sciolti (forse) i dubbi sulla legittimità del modello, resta un interrogativo. Perché se il dpcm che venerdì ha veicolato il nuovo format porta la data del 3 febbraio 2023, ed era quindi pronto da più di un mese (come dimostra anche la dettagliata cronistoria riportata nel lungo elenco dei ‘visto’ in testa al dpcm), il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ben oltre il termine previsto dalla legge? Anche questa domanda, probabilmente, è da intendersi come ‘ordinatoria’: dovrebbe trovare risposta, ma se la risposta non arriva, in fondo, non succede niente.

1 Commento su "MUD 2023, il Ministero: “Termine del 1 marzo è ordinatorio”"

  1. Non importa ha detto:

    Sembra proprio un termine ordinatorio con lo scappellamento a destra.

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