Redazione Ricicla.tv
29/09/2021

Rifiuti ed economia circolare: ecco i criteri per accedere ai fondi del PNRR

Ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2021 alle 07:09

Pubblicati i decreti con i criteri per la selezione dei progetti su rifiuti ed economia circolare da finanziare con i fondi del PNRR. ‘No’ a discariche, TMB o inceneritori, ‘sì’ a interventi per migliorare la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti urbani e per la nascita di “distretti circolari” per Raee, tessili, plastiche e carta. Il 60% delle risorse andrà al Centro-Sud

‘No’ a discariche, TMB o inceneritori, ‘sì’ a interventi per migliorare la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti urbani e per la nascita di “distretti circolari”. Al via la selezione dei progetti dedicati a rifiuti ed economia circolare da finanziare con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con qualche ora di anticipo rispetto a quanto annunciato nei giorni scorsi (e rispetto a quanto riportato nel cronoprogramma ufficiale del PNRR) il Ministero della transizione ecologica ha pubblicato i due decreti con i criteri in base ai quali verranno scelti gli interventi previsti alla componente 1 della Missione 2 del PNRR. Poco più di due i miliardi disponibili, ripartiti su due linee d’investimento: la prima, che cuba 1,5 miliardi, dedicata alla “realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l’ammodernamento di impianti esistenti”, mentre la seconda destina 600 milioni alla realizzazione di “iniziative ‘flagship’ per le filiere di carta e cartone, plastiche, RAEE, tessili”.

Il 60% delle risorse complessivamente disponibili, pari a un miliardo 260 milioni di euro, sarà destinato alle Regioni del Centro-Sud: Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, quindi entro il prossimo 14 ottobre, il MiTe pubblicherà gli avvisi per la presentazione delle proposte progettuali. “Non sono in ogni caso ammissibili al finanziamento – chiariscono entrambi i decreti – gli interventi che hanno ad oggetto investimenti in discariche, in impianti di Trattamento Meccanico biologico/Trattamento Meccanico (TMB, TBM, TM, STIR, ecc.) o inceneritori o combustibili derivati da rifiuti, nel rispetto del principio DNSH anzi richiamato o l’acquisto di veicoli per la raccolta dei rifiuti”.

Nel caso della linea d’investimento sugli impianti per rifiuti urbani, sono chiamati a rispondere gli enti di governo del servizio pubblico di gestione dei rifiuti urbani, quindi gli Enti di Governo d’Ambito Territoriale Ottimale (EGATO) o, laddove e questi non siano stati costituiti, i comuni, anche avvalendosi del gestore del servizio. Gli avvisi saranno relativi a 3 linee d’intervento: miglioramento della raccolta differenziata (massimo erogabile 1 milione di euro), ammodernamento e realizzazione di nuovi impianti per rifiuti urbani differenziati (massimo 40 milioni di euro per ogni progetto), ammodernamento e realizzazione di impianti innovativi dedicati a rifiuti da prodotti assorbenti, fanghi di acque reflue, rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili (massimo 10 milioni di euro). Per queste ultime categorie, il decreto specifica che l’avviso sarà aperto alla presentazione di progetti per impianti “di trattamento/riciclaggio per lo smaltimento”. Una formula carica di ambiguità, che sicuramente richiederà ulteriori chiarimenti. Entro il 31 dicembre 2023 i soggetti destinatari delle risorse dovranno aver individuato i soggetti realizzatori di ciascun intervento, da concludersi entro il 30 giugno 2026. Tra i principali criteri di valutazione i miglioramenti attesi in termini di raccolta differenziata, il contributo al recupero dei deficit impiantistici e alla risoluzione delle procedure europee d’infrazione.

Anche nel caso dei “progetti ‘faro’ di economia circolare” gli avvisi saranno pubblicati entro i prossimi 15 giorni e saranno rivolti direttamente alle imprese. Quattro le linee d’intervento, per altrettante categorie di rifiuto e un massimo di 150 milioni di euro disponibili per ognuna: Raee, comprese pale eoliche e pannelli fotovoltaici, carta e cartone, rifiuti tessili e plastiche, compresi in quest’ultimo caso i progetti per il riciclo chimico. Per queste quattro linee d’intervento, chiarisce il decreto, i criteri di selezione premieranno soprattutto i risultati attesi in termini di quantità di materia riciclata, il livello di innovazione tecnologica e la capacità di creare network tra imprese o “distretti circolari”.

Le proposte presentate nell’ambito delle due linee d’investimento principali “saranno oggetto di selezione e valutazione da parte di apposita Commissione che sarà nominata con successivo decreto ministeriale e sarà composta da n. 3 membri nominati dal MITE, di cui uno con funzioni di presidente di Commissione, n. 6 membri in rappresentanza di ISPRA ed ENEA, n. 4 membri indicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, in rappresentanza delle diverse aree geografiche: Nord, Centro, Sud e Isole e n. 2 membri in rappresentanza dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA)”.

1 Commento su "Rifiuti ed economia circolare: ecco i criteri per accedere ai fondi del PNRR"

  1. Giuseppe ha detto:

    La Commissione esaminatrice delle proposte può, a sua discrezione, ammettere anche spese per termovalorizzatori e discariche ed altro?
    Grazie

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