Rifiuti elettrici, nel 2020 raccolta cresciuta del 6%

di Valentina Trifiletti 21/01/2021

In crescita i numeri della raccolta di RAEE nel 2020 in Italia

La raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche nell’anno 2020 è in incremento. I raee infatti rappresentano il flusso di rifiuti in più rapida crescita. Basti pensare che nel mondo nel 2019 sono stati prodotti circa 53,6 milioni di tonnellate di RAEE e si stima che nel 2030 la quantità di rifiuti elettronici generati supererà i 74 milioni di tonnellate. Ma cosa succede in Italia?

«Abbiamo avuto un incremento superiore al 6%», dichiara Fabrizio Longoni, direttore generale del Cdc RAEE. «Si tratta di oltre 365.000 tonnellate complessivamente e questo nonostante l’anno non sia sicuramente di quelli che saranno ricordati come i più facili per tutti noi. Le evidenze che emergono dal periodo di primo lockdown – continua Longoni – con una raccolta che si è ridotta forzatamente e un recupero formidabile nei mesi seguenti fanno però capire come la conoscenza e la competenza che ormai si ha sulla raccolta differenziata dei RAEE hanno generato dei valori positivi anche se possono sempre essere incrementate».

A turbare però il mondo della raccolta dei RAEE c’è l’open scope, ovvero l’estensione della normativa RAEE, a partire da agosto 2018, ad una serie di altri prodotti prima non inseriti.
«L’open scope – continua Longoni – non ha ancora potuto manifestare completamente i suoi effetti poiché le nuove apparecchiature introdotte non hanno ancora trovato una collocazione nei raggruppamenti che l’Italia sta gestendo dal punto di vista della raccolta. Non sapendo dove collocare questi apparecchi dopo che i produttori che li immettono hanno preso più o meno coscienza e la stessa difficoltà che i produttori hanno nel capire quanto dovranno corrispondere dal punto di vista dei costi da sostenere per lo smaltimento dei loro prodotti rende tutto molto complicato. Questa problematica ha origine dalla mancanza di un decreto attuativo necessario già dal 14 agosto 2018 che il ministero dell’Ambiente non ha ancora provveduto ad emanare e che sta creando sensibili problemi a tutto il settore e privando, tra le altre cose, l’Italia della possibilità di raggiungere degli obiettivi e questo è un altro degli elementi negativi da superare nell’immediato futuro».

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