Rifiuti. pratiche europee a confronto

di Alessia Onzaca 22/10/2015

ROMA. Le principali pratiche europee di gestione dei rifiuti urbani sono state al centro di un meeting svoltosi lo scorso 21 ottobre a Roma. Il workshop è stato organizzato da ATIA ISWA Italia in collaborazione con Ama, la municipalizzata romana che si occupa della gestione dei rifiuti nella Capitale. L’incontro ha permesso di fare il punto sulla raccolta differenziata in Europa e di esaminare le pratiche di recupero e smaltimento dei rifiuti adottate dalle amministrazioni cittadine, confrontando le politiche di gestione dei rifiuti di Roma, Parigi, Berlino, Vienna e Varsavia.

Dai dati emersi nel corso del convegno, Roma è risultata essere una delle capitali europee più virtuose nel recupero di materiali preziosi provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani, con il significativo passaggio dal 38% del 2014 al 43% del 2015. Il costo pro capite annuo della gestione rifiuti sulle sponde del Tevere ammonta a 162 euro, ma l’obiettivo di Ama è quello di puntare ad una ulteriore riduzione grazie all’entrata in funzione dell’annunciato ecodistretto per il recupero e il trattamento delle frazioni differenziate, attualmente in fase di progettazione. La raccolta romana viene effettuata tramite i tradizionali cassonetti della differenziata presenti sul territorio comunale e tramite il porta a porta che serve il 30% della popolazione.

Cassonetti e porta a porta sono gli strumenti di raccolta adottati anche a Parigi, ma con costi pro capite più bassi (121 euro la tariffa annua). Raccolta e trattamento dei rifiuti urbani sono attività che il Comune di Parigi esternalizza ad aziende private all’85%, ad un costo medio di 90 euro per abitante. La “ville lumière” avvia il 70% dei rifiuti solidi urbani al recupero energetico, mentre solo il 12% dei rifiuti prodotti finisce in discarica. Prossimo obiettivo: l’introduzione della tariffa puntuale entro il 2025.

Strumento che, invece, è già stato introdotto a Berlino, una delle città più virtuose in Europa in materia di gestione rifiuti, che già da qualche anno ha accantonato definitivamente l’opzione dello smaltimento in discarica. La raccolta dei rifiuti è interamente affidata all’amministrazione pubblica, e il 100% del pattume dell’area metropolitana viene trattato negli impianti cittadini, finendo solo per il 39% in termovalorizzatore. Quanto agli imballaggi, i costi di raccolta e trattamento sono a carico di aziende private alle quali il servizio viene affidato con gare d’appalto pubbliche. Un sistema che si traduce in un sostanziale risparmio per il cittadino: appena 74 euro pro capite la tariffa annua.

Anche a Vienna la gestione dei rifiuti è pubblica, con una tariffa calcolata in base al volume di spazzatura prodotto. La raccolta differenziata si attesta al 32% mentre solo il 18% dei rifiuti, per lo più scorie da incenerimento e inerti, vengono smaltiti in discarica. Quanto ai metodi di smaltimento, nonostante nella capitale austriaca si faccia ancora largo ricorso agli inceneritori, i dati 2015 un importante aumento della percentuale dei rifiuti urbani destinati al recupero di materia (+15% rispetto al 2014) mentre il recupero energetico passa dal 75% del 2014 al 60% del 2015

Fanalino di coda nella gestione dei rifiuti urbani è invece Varsavia, dove il 63% dei rifiuti viene conferito in discarica e il tasso di differenziata è fermo al 20%, frutto di una pesante arretratezza impiantistica e gestionale.

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