Rifiuti, Rete Imprese: «Per le Pmi servono meno costi e burocrazia»

di Redazione Ricicla.tv 03/02/2016

Il dibattito sulle nuove proposte di Direttiva Ue per un’economia circolare diventi l’occasione per migliorare e semplificare il quadro normativo nazionale, correggendo le storture che frenano lo sviluppo del settore rifiuti in Italia. Questo in sostanza l’appello lanciato nei giorni scorsi dai rappresentanti di Rete Imprese Italia in occasione di un’audizione in commissione Ambiente a Montecitorio. Oggetto del confronto il nuovo pacchetto sulla ‘Circular Economy’ presentato a dicembre dalla Commissione Europea, sul quale è cominciato nelle scorse settimane l’esame di Camera e Senato.

I rappresentanti del network delle Pmi italiane hanno consegnato ai membri della commissione di Montecitorio un documento nel quale, oltre a suggerire una serie di modifiche alla proposta europea di revisione della Direttiva quadro sui rifiuti, Rete Imprese sottolinea la necessità di una serie di interventi legislativi finalizzati “alla ‘normalizzazione’ di alcune eclatanti ‘storture’ – si legge nel documento – attraverso l’introduzione di misure specifiche”. Un processo che, secondo Rete Imprese, deve svilupparsi secondo linee guida miranti alla riduzione della distanza tra standard comunitari e standard italiani, eliminando “veri e propri ‘vizi’ nazionali come l’eccessivo carico economico e burocratico, abbinato sovente alle norme ed alle procedure ambientali” ed il ricorso a pratiche di “gold plating di cui si è sovente abusato in Italia”, ovvero la pratica di ‘abbellire’ le direttive europee all’atto della loro trasposizione nel quadro normativo nazionale.

Quanto alle storture da correggere, Rete Imprese chiede in primo luogo la razionalizzazione dei costi “evitando di far pagare alle imprese, ingiustificatamente, servizi inesistenti (Sistri) oppure con voci di costo raddoppiate (contributi Conai + TARI) oppure a fronte di attività non pertinenti (alcune fattispecie di contributi di riciclaggio Conai o Polieco per prodotti non raccolti né riciclati)”. Sempre nel documento si chiede la creazione di “strutture a filiera perfetta” per la gestione di sistemi di raccolta, recupero e riciclo, coinvolgendo nel circuito dei Consorzi tutti gli attori della filiera. Proprio sul fronte del riuso e del riciclo, Rete Imprese fa poi appello ad una minimizzazione degli ostacoli normativi per incentivare “la classificazione, il trattamento e la commercializzazione di materiali e sottoprodotti, evitando di dover considerare la maggior parte delle tipologie di materiali di scarto come rifiuti”.

Infine, chiede Rete Imprese nel suo appello, “si prevedano programmi e interventi di stimolo alla costituzione di imprese e reti di imprese attive nell’industria del riciclo, con l’obiettivo di favorire la nascita di realtà imprenditoriali dedicate a tipologie di lavorazioni scarse e/o insufficienti (trattamento metalli preziosi e terre rare, riciclo degli inerti da demolizione e costruzione, valorizzazione dei materiali naturali, recupero scarti alimentari, ecc.)”. “La revisione della normativa europea in materia di rifiuti – stigmatizza il documento – deve rappresentare l’occasione per recuperare il terreno perso rispetto alla necessità di tutelare l’ambiente, rafforzando e migliorando il quadro normativo sia Europeo che nazionale”.

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