Secondo il Centro di Coordinamento Raee il ‘bonus TV’ ha contribuito all’incremento del 22% dei televisori a fine vita raccolti, pari a oltre 76mila tonnellate nel 2021. La filiera torna a sottolineare la necessità di misure per tamponare lo tsunami di vecchi schermi
Sono oltre 76mila le tonnellate di televisori a fine vita raccolte nel 2021, circa la metà della quali solo nei mesi tra settembre e dicembre. Ovvero a ridosso dell’attivazione del ‘bonus tv’, l’incentivo alla rottamazione in vigore dal 23 agosto 2021 per accompagnare lo ‘switch-off’ del digitale terrestre, il passaggio al nuovo standard televisivo DVB-T2 che sta costringendo migliaia di famiglie a sostituire le proprie apparecchiature video. Secondo i dati ufficiali del Centro di Coordinamento Raee, l’incentivo avrebbe contribuito a determinare un aumento del 22% della raccolta di apparecchiature con schermi appartenenti alla raggruppamento R3, “da sempre caratterizzato da un andamento molto vicino allo zero” si legge in una nota. Nel solo terzo quadrimestre del 2021, in corrispondenza dell’attivazione del bonus, l’aumento è stato del 53,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’impatto della misura appare ancora più evidente se si considera il dato sul peso delle apparecchiature ritirate presso i centri di raccolta o le aree di stoccaggio allestite nei punti vendita della grande distribuzione: nel 2021 in media sono state ritirate 171 tonnellate al giorno di R3, che diventano quasi 278 nell’ultimo quadrimestre. Un incremento del 62,45% del carico ritirato quotidianamente, che ha portato la raccolta dell’ultimo quadrimestre a pesare per il 45% del totale annuale. E che, soprattutto a ridosso del ‘black friday’ e delle grandi vendite natalizie, ha messo a dura prova la tenuta del sistema nazionale di gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici. “La distribuzione, da un lato – spiega il CdC Raee – ha dovuto fronteggiare l’assenza di strutture adeguate a raccogliere grandi quantità di Raee, le aziende del trattamento, dall’altro, hanno dovuto riadattare i propri processi ad un cambio di mix sbilanciato verso i televisori a schermo piatto, il cui trattamento, a differenza dei televisori a tubo catodico, è ancora prevalentemente di tipo manuale”.
Per scongiurare il blocco della filiera gli operatori avevano più volte sollecitato, senza ottenere risposta, l’intervento del Ministero della Transizione Ecologica, chiedendo l’adozione di una misura tampone che consentisse “un allungamento temporaneo dei tempi di stoccaggio e dei quantitativi massimi in giacenza sia per gli impianti di trattamento, sia per i luoghi di raggruppamento gestiti dalla distribuzione e i centri di raccolta comunali”. Un appello rimasto lettera morta, che gli operatori però tornano a lanciare anche alla luce del rinnovo del ‘bonus tv’, esteso a tutto il 2022 con uno stanziamento da 68 milioni di euro nell’ultima legge di bilancio. “L’accoglimento della proposta, in previsione dell’elevata quantità stimata di televisori che verranno riconsegnati dai cittadini nei prossimi mesi, consentirebbe una gestione dei ritiri, del trattamento e delle vendite più efficiente per l’intero sistema” scrive il Centro di Coordinamento Raee.