«C’è sempre stata una disquisizione su quali siano gli estremi dell’iscrizione da indicare sul formulario di identificazione dei rifiuti: prima ci si riferiva alla delibera della sezione regionale dell’Albo, poi si è passati alla data di protocollo riportata in calce al provvedimento e quindi al momento della sua firma. Ora, anche in virtù della digitalizzazione in atto e del nostro sistema telematico che dal primo di aprile farà entrare in vigore un’ulteriore funzione, cioè quella del download del provvedimento di iscrizione, dal 2 aprile per gli utenti non ci sarà più bisogno di recarsi alla sezione regionale: potranno fare tutto da casa in seguito alla notifica della delibera d’iscrizione da parte della Commissione e degli eventuali pagamenti dovuti. Sempre telematicamente, dopo i suddetti versamenti, un’email notificherà l’avvenuta iscrizione e la possibilità di scaricare il documento. La data di questa seconda comunicazione è la data di efficacia del provvedimento di iscrizione, ed è da lì che bisognerà “contare” i cinque anni di validità dell’iscrizione stessa».
Così Eugenio Onori, presidente dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali, al microfono di Ricicla spiega le motivazioni dietro la deliberazione del 10 febbraio scorso pubblicata poco meno di due settimane fa e che entrerà in vigore dal prossimo 2 aprile (vale a dire sabato). Erano stati sollevati dubbi, tuttavia, soprattutto sugli estremi identificativi dei provvedimenti d’iscrizione che saranno emessi fino a sabato: la scrittura della delibera lasciava inevaso il dubbio sulla corretta identificazione: saranno corrette la data di protocollo (in calce al provvedimento) o la data di deliberazione della Sezione regionale?
«Per il passato vale l’una cosa indicata come l’altra, non ci sono problemi, anche perché non ci sarebbero problemi all’atto pratico: anche se il provvedimento d’iscrizione venisse indicato male (e cioè inserendo una data “sbagliata” nel formulario, ndr), questo resterebbe rintracciabile». In altre parole la delibera nasce proprio per dare finalmente un’istruzione univoca, ergo l’Albo (e quindi il Ministero) sono ben consci della confusione precedente: nessuna delle date inserite sarebbe “inventata” e quindi anche a fronte di un ipotetico “errore” la documentazione resterebbe identificabile.