RenTRi, fumata nera: le prime indicazioni operative deludono le software house

di Luigi Palumbo 06/09/2023

Le imprese bocciano le prime proposte di modalità operative del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti RenTRi. “Incongruenze e incompletezze”, scrive in una nota Assintel chiedendo “urgentemente” un incontro di approfondimento. Il sistema resta un work in progress, ma già si sprecano le offerte per corsi di formazione e seminari su “come non sbagliare”


“È necessario organizzare urgentemente un incontro di approfondimento” per scongiurare il rischio che il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RenTRi finisca per rivelarsi uno strumento “pesante e di difficile applicazione”. È al tempo stesso un grido d’allarme e una netta stroncatura quella fatta pervenire al Ministero dell’Ambiente da Assintel – l’associazione di categoria che raccoglie alcune delle principali software house italiane – nell’ambito della consultazione sulla proposta di istruzioni per la compilazione dei nuovi modelli di registri di carico e scarico e formulari di identificazione dei rifiuti introdotti con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale sul RenTRi. Il decreto ha introdotto la cornice regolatoria del sistema demandando la definizione delle modalità operative di dettaglio a successivi decreti direttoriali, ma la prima bozza fatta pervenire ai portatori d’interesse non ha convinto i produttori di software. “L’analisi delle istruzioni di compilazione – si legge nella nota a firma della presidente di Assintel Paola Generali – ci ha permesso di individuare e sottolineare, all’interno del documento allegato, incongruenze e incompletezze non solo delle istruzioni stesse, ma anche dei modelli presenti all’interno del Decreto 4 aprile 2023, n.59″.

Tra i passaggi critici individuati dall’associazione, si legge nella nota, i nuovi campi introdotti nei modelli di registri e formulari, alcuni dei quali “obsoleti, superflui o ridondanti”, figli di un approccio definito “cartaceo” con “continui riporti di riferimenti incrociati e numerose duplicazioni di dati tra il registro e il formulario”. Cosa che contrasta con le esigenze di semplificazione degli adempimenti manifestate dagli operatori e più volte sottolineate anche dal Ministero. Allo stesso modo, scrive Assintel, si continua a prevedere la compilazione del registro da parte dei trasportatori puri e degli intermediari, “operazione totalmente ridondante – scrive l’associazione – visto che tutti i dati utili sono già presenti nei relativi FIR”. In più, si legge, i nuovi meccanismi previsti dai modelli, come le rettifiche, lo stoccaggio istantaneo e il modello per la microraccolta – sul quale, in maniera inspiegabile non è riportato il campo delle quantità per i singoli ritiri – apparirebbero “poco chiari e in alcuni casi dannosi”. Anche perché in un contesto digitale in cui date, orari e firma delle operazioni sono determinati e memorizzati in modo certo “ogni ridondanza e complicazione” diventa “potenziale fonte di sanzioni per gli operatori”.

La consultazione sulle modalità di compilazione si è chiusa ieri, ma stando alle voci circolate negli ultimi giorni tra i portatori d’interesse quello di Assintel non sarebbe un malumore isolato. Tanto che il Ministero dell’Ambiente pare sia già pronto a riaprire le consultazioni sulle modalità operative, a partire da quelle sulle istruzioni per le iscrizioni al sistema. Che andrebbero così incontro al terzo giro di pareri. La definizione di dettaglio del funzionamento del RenTRi resta dunque un work in progress, sebbene non si contino già più in rete le offerte per corsi di formazione, seminari e workshop su “come non sbagliare” o “come evitare le sanzioni”. Scatole vuote, visto che al momento nessuno sa per certo né cosa fare né tanto meno come farlo, e che nei mesi che ci separano dall’entrata in vigore del sistema – fissata a dicembre del 2024 – le modalità operative messe fin qui in consultazione dal Ministero sembrano destinate ad andare incontro a più di una riscrittura. Vanificando, cosa ben più grave, il lavoro svolto nell’ambito del laboratorio coordinato nel 2021 dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali per la messa a punto del prototipo tecnologico della piattaforma. “Tale sperimentazione era da ritenersi propedeutica al fine di redigere il regolamento normativo – scrive Assintel, secondo cui però – sia il D.M. sia le istruzioni che ci sono pervenute non tengono in alcun conto di quanto definito in ambito sperimentazione”. Se esistesse un corso di formazione serio su “come non sbagliare” con il RenTRi – e al momento, ribadiamo, non ce ne sono – il Ministero dell’Ambiente farebbe bene a iscrivervisi di corsa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *