Depurazione, Perillo: “Giusto dare poteri di deroga al commissario”

di Redazione Ricicla.tv 23/10/2023

L’infinita emergenza depurazione in Italia. Parla il presidente della sezione campana dell’Associazione Idrotecnica Italiana Giovanni Perillo: “Le normali procedure non sono riuscite a risolvere il problema”, dice. E sul commissario di governo sottolinea : “Senza poteri di deroga un commissariato non ha motivo di esistere”


Cinquant’anni fa l’emergenza colera in Campania portava alla realizzazione del grande progetto speciale per il disinquinamento dei golfi di Napoli e Salerno, con la costruzione di depuratori e sistemi di collettamento. Mezzo secolo dopo, l’emergenza non è ancora finita. Non solo per la Campania ma per l’intera nazione, come testimoniano le quattro procedure d’infrazione europee, le sanzioni quotidiane e un commissario di governo, la cui esistenza “è sintomo del fatto che le normali procedure non sono riuscite a risolvere il problema“, come spiega il presidente della sezione campana dell’Associazione Idrotecnica Italiana Giovanni Perillo. Secondo cui “senza poteri di deroga un commissariato non ha motivo di esistere”.

Quattro procedure d’infrazione. Sanzioni quotidiane da decine di migliaia di euro che nel prossimo futuro diventeranno ancora più salate. Quella per la inadeguata gestione delle acque reflue è un’emergenza che nel nostro paese sembra non finire mai. Perché?

“È un’emergenza che trae origine da tempi in cui la programmazione è sempre stata molto deficitaria. Il problema è che mentre nel nord Italia e nel centro Italia anche le situazioni emergenziali si sono risolte con commissariamenti che in breve tempo hanno portato a compimento le necessarie attività, purtroppo l’attuale emergenza viene scontata soprattutto sui deficit del mezzogiorno. L’85% degli interventi affidati al commissario di governo per la depurazione è concentrato tra Sicilia Calabria e Campania. L’esistenza di un commissario è sintomo del fatto che le normali procedure non sono riuscite a risolvere il problema”.

A questo proposito, nei giorni scorsi il commissario di governo Fabio Fatuzzo ha annunciato che chiederà al governo poteri derogatori per accorciare i tempi della burocrazia che, dice, stanno frenando gli interventi. Come valuta questa richiesta?

“Senza poteri di deroga un commissariato non ha motivo di esistere. Il che non significa adottare procedure ‘contra legem’, ma soluzioni che possano velocizzare iter autorizzativi e gare d’appalto”.

Mentre il commissario chiede poteri speciali per chiudere i conti con il passato, l’Europa guarda alle sfide del presente e del prossimo futuro e prepara la revisione della direttiva sulle acque reflue, mettendo al centro temi strategici come la decarbonizzazione, l’efficienza energetica e il riuso. L’Italia delle infrazioni ce la farà a tenere il passo dell’innovazione?

“Può sembrare paradossale, ma gli impianti costruiti in ritardo saranno quelli più all’avanguardia perché realizzati già alla luce delle nuove norme. Il problema vero sarà adeguare gli impianti già esistenti, quelli costruiti tra gli anni ’70 e gli anni ’80, ai nuovi standard di efficientamento energetico o di riuso delle acque reflue. In quest’ultimo caso, probabilmente, si passerà per l’introduzione di moduli supplementari che consentano i trattamenti necessari”.

Cinquant’anni fa in Campania scoppiava l’emergenza colera, costringendo all’adozione del primo grande piano di ingegneria ambientale per la depurazione. Un anniversario che l’Associazione Idrotecnica Italiana ha scelto di ricordare con un momento di riflessione e confronto che sarà ospitato venerdì nell’auditorium del depuratore di Cuma, in provincia di Napoli, uno degli impianti costruiti nell’ambito del piano scaturito dall’emergenza del 1973. Perché è importante ricordare quegli eventi drammatici?

“Perché sono trascorsi 50 anni ma il problema della depurazione è tutt’altro che risolto. C’è stato un sicuro miglioramento, rispetto alle drammatiche proporzioni dell’emergenza di mezzo secolo fa, ma resta la necessità di riflettere sull’efficacia di procedure e piani che, in un arco di tempo così ampio, avrebbero dovuto trovare compimento. L’incontro ci darà modo di raccontare l’importante programma PS3 varato dalla Cassa del Mezzogiorno, ma anche le attività messe in campo in tempi recenti dalla Regione Campania per l’adeguamento funzionale dei cinque più importanti impianti di depurazione. Senza dimenticare che esistono tanti altri, piccoli, impianti attivi in regione che, anche nell’ottica delle nuove regole europee, dovranno essere oggetto di interventi di rifunzionalizzazione e adeguamento”.

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