Entro il 31 dicembre i beneficiari dei fondi PNRR per rifiuti ed economia circolare dovranno affidare la realizzazione degli interventi. Già 1152 su 1323 gli atti d’obbligo sottoscritti. I Comuni ammettono difficoltà, mentre il vice ministro dell’Ambiente Vannia Gava annuncia la rimodulazione dei fondi per finanziare i restanti progetti in graduatoria
Conto alla rovescia per l’affidamento dei lavori di realizzazione degli oltre 1300 progetti su rifiuti ed economia circolare finanziati con 2,1 miliardi di euro dal PNRR. Entro il 31 dicembre comuni, enti d’ambito, gestori del servizio pubblico e imprese private dovranno individuare il soggetto chiamato a realizzare gli interventi finanziati, che vanno dai progetti per il miglioramento della raccolta differenziata, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento o all’ammodernamento di quelli esistenti. Sul totale dei 1323 progetti ammessi a finanziamento, stando ai dati aggiornati al 1 dicembre di quest’anno sono 1152 quelli per i quali sono già stati sottoscritti gli atti d’obbligo, ovvero i documenti che attestano l’accettazione, da parte del beneficiario, del finanziamento concessogli. “Dopo gli sforzi enormi per la valutazione delle istanze siamo nella fase di sottoscrizione degli accordi per l’erogazione delle risorse” ha spiegato Laura D’Aprile, capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile del Ministero dell’Ambiente in occasione della presentazione del rapporto ISPRA sui rifiuti urbani.
Nell’ambito dell’investimento dedicato a comuni ed enti d’ambito, la linea d’intervento da 600 milioni di euro per il miglioramento della raccolta differenziata – quella con il maggior numero di progetti finanziati, pari a 987 – conta già 901 atti d’obbligo sottoscritti. “Questo vuol dire che le attività di affidamento dei lavori stanno partendo – ha detto D’Aprile – in linea con il target al 31 dicembre di quest’anno”. Più contenuto il numero di progetti sulla linea dedicata a costruzione e revamping di impianti di recupero dei rifiuti, con 24 atti d’obbligo sottoscritti su 28 progetti finanziati. Sono invece 58 su 66 le sottoscrizioni per la linea d’intervento dedicata alla realizzazione di impianti per il recupero di fanghi, prodotti assorbenti e rifiuti tessili.
Non tutti i beneficiari pubblici, però, potrebbero riuscire a centrare l’obiettivo del 31 dicembre. I comuni e gli enti d’ambito che abbiano fatto ricorso alle gare d’appalto, infatti, entro fine anno dovranno riuscire a chiudere almeno i termini per la ricezione delle offerte. I tempi, soprattutto nel caso degli atti d’obbligo più recenti, potrebbero non risultare non sufficienti per più di un beneficiario. “Un po’ di difficoltà ci sono – ha ammesso il sindaco di Lecce e delegato ANCI ai rifiuti Carlo Salvemini – le tempistiche hanno creato fatiche, di cui sono naturalmente a conoscenza i nostri interlocutori al Ministero. Che sollecitiamo a rispondere alle domande degli uffici impegnati su questo fronte. Se alla fine di questo lungo ciclo non dovessimo raccogliere i risultati attesi avremmo colpevolmente perso un’occasione“.
Sul fronte delle imprese, invece, le quattro linee d’intervento da 150 milioni di euro l’una per impianti di recupero di rifiuti tecnologici, plastica, carta e tessili contano 169 atti d’obbligo firmati su 242 progetti finanziati, quasi tutti convalidati sul registro nazionale degli aiuti di Stato. Relativamente più agevoli le condizioni necessarie a rispettare il target del 31 dicembre, visto che i beneficiari dovranno dimostrare la stipula di almeno 2 contratti finalizzati all’esecuzione degli interventi. Le linee per le cosiddette ‘filiere flagship’, tuttavia, sono anche quelle che nel complesso fanno registrare il numero più alto di rinunce ai finanziamenti: ben 21 nell’arco dei quattro interventi (8 per la filiera della carta, quella che conta il maggior numero di imprese che hanno fatto un passo indietro), a fronte delle 9 rinunce per gli interventi ‘pubblici’.
Complessivamente, a fronte delle 1323 progettualità finanziate restano oltre 2400 proposte giudicate ammissibili nell’ambito dei due investimenti ma non finanziate per esaurimento dei fondi disponibili. Proposte per le quali il governo si è impegnato a trovare copertura rimodulando il PNRR. “Abbiamo fatto richiesta formale pochi giorni fa di aumentare di oltre un miliardo la dotazione – ha comunicato la vice ministro dell’Ambiente Vannia Gava – per scorrere le graduatorie dei bandi sull’economia circolare”.