Fertilizzanti da rifiuti organici: nuovo regolamento Ue

di Vincenzo Scatola 17/03/2016

La Commissione Europea ha adottato una proposta di regolamento contenente nuove misure in materia di concimi organici e ricavati da rifiuti nei Paesi Ue. Obiettivo del provvedimento, che si inscrive nel pacchetto di misure sull’economia circolare presentato lo scorso dicembre dall’Esecutivo guidato da Jean Claude Juncker, è agevolare in maniera significativa l’accesso al mercato unico dell’Ue per i fertilizzanti da rifiuti organici, instaurando pari condizioni di concorrenza con i tradizionali concimi inorganici. “Saranno così create nuove opportunità di mercato per le imprese innovative – scrive la Commissione in una nota – riducendo nel contempo la quantità di rifiuti prodotti, il consumo energetico e i danni ambientali”.

Ad annunciare l’adozione della proposta di regolamento è stato Jyrki Katainen, vicepresidente e Commissario responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività. «Delle abbondantissime risorse in rifiuti organici – ha detto Katainen – solo una minima quantità è trasformata in prodotti fertilizzanti di valore. I nostri agricoltori utilizzano concimi ottenuti da risorse importate o mediante processi produttivi ad elevata intensità di energia, benché la nostra industria sia in grado di sfruttare i rifiuti organici trasformandoli in nutrienti riciclati. Il presente regolamento ci aiuterà a trasformare i problemi in opportunità per gli agricoltori e le imprese».

La proposta della Commissione punta a recuperare il ritardo dell’Eurozona sul fronte del recupero dei rifiuti organici, stimolando la domanda di fertilizzanti innovativi ed abbattendo le barriere che ancora oggi ne limitano l’accesso al libero mercato. “Attualmente – scrive la Commissione – solo il 5% dei rifiuti organici viene riciclato. Si calcola che, se si riciclassero maggiori quantitativi di rifiuti organici, questi potrebbero sostituire fino al 30% dei concimi inorganici. L’Ue importa attualmente circa 6 milioni di tonnellate di fosfati l’anno; fino al 30% di questo quantitativo totale potrebbe invece essere sostituito da prodotti dell’estrazione da fanghi di depurazione, da rifiuti biodegradabili, da farine di carne e ossa o da letame”. A pesare sulla diffusione dei fertilizzanti da rifiuti, spiega la Commissione, è soprattutto il contrasto tra le norme in vigore nei vari Stati membri, che ostacola l’accesso al libero mercato per i gestori di impianti di riciclo delle frazioni organiche. “Il regolamento sui concimi attualmente in vigore assicura dal 2003 la libera circolazione nel mercato unico soprattutto dei concimi inorganici di tipo convenzionale, solitamente estratti da miniere od ottenuti per via chimica, mentre i prodotti fertilizzanti innovativi ottenuti a partire da materiali organici non rientrano nell’ambito di applicazione del regolamento sui concimi in vigore. Il loro accesso al mercato unico è soggetto pertanto al riconoscimento reciproco tra gli Stati membri ed è spesso ostacolato da norme nazionali divergenti“.

Il regolamento – che  adesso sarà trasmesso al Parlamento europeo e al Consiglio Ue per l’adozione definitiva – stabilisce una serie di norme comuni per la conversione dei rifiuti organici in materie prime che possano essere impiegate per fabbricare prodotti fertilizzanti. Esso definisce prescrizioni in materia di etichettatura, sicurezza e qualità che tutti i prodotti fertilizzanti dovranno rispettare per poter essere commercializzati liberamente in tutto il territorio dell’Ue. I produttori dovranno dimostrare che i loro prodotti soddisfano tali prescrizioni, unitamente ai valori limite per i contaminanti organici e microbici e le impurità fisiche, prima di apporre la marcatura “CE”.

Le nuove norme, spiega la Commissione, si applicheranno a tutti i tipi di concimi per garantire i massimi livelli di protezione del suolo. Il regolamento introduce limiti rigorosi per il tenore di cadmio nei concimi fosfatici. I limiti saranno rafforzati e passeranno da 60 mg/kg a 40 mg/kg dopo tre anni e a 20 mg/kg dopo dodici anni, riducendo così i rischi per la salute umana e l’ambiente. Poiché la produzione e gli scambi transfrontalieri di alcuni prodotti fertilizzanti interessano quantità limitate, la Commissione propone un’armonizzazione facoltativa: in funzione della loro strategia commerciale e del tipo di prodotto, i fabbricanti potranno scegliere di apporre la marcatura “CE” sul proprio prodotto, che potrà in tal modo essere commercializzato liberamente nel mercato unico secondo norme europee comuni, oppure optare per norme nazionali basate sul riconoscimento reciproco nel mercato unico. “Così facendo – chiarisce l’Esecutivo – si garantirà che i principi di sussidiarietà e del miglioramento della regolamentazione siano tenuti nella debita considerazione”.

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