Liguria, differenziata: Genova cambia marcia

di Giuseppe De Stefano 18/04/2016

Soltanto una settimana fa il governatore della Liguria, Giovanni Toti, rilanciava l’allarme sul ciclo rifiuti nel territorio regionale. Il presidente leghista da una parte bocciava il piano regionale varato soltanto lo scorso marzo, alla vigilia della sua elezione quale ultimo atto della giunta Burlando, dall’altro metteva in ordine le esigenze dei singoli territori e i tempi necessari a rimetterli a regime rispetto ai sistemi di smaltimento. I progetti di Imperia e La Spezia sarebbero più pronti a partire; particolarmente critica, invece, la situazione del capoluogo Genova.

Genova in effetti negli ultimi anni ha guidato il destino di tutta la Liguria verso una differenziata che non decolla ed un’impiantistica che peggiora, costretta ad appoggiarsi all’aiuto delle regioni limitrofe. A partire dal Piemonte. Questa collaborazione tra territori potrebbe però travalicare la dimensione istituzionale per tradursi sul piano aziendale e conferire al capoluogo ligure una marcia in più, sconfessando le previsioni di Toti.

Questa mattina, infatti, è stato presentato un nuovo piano per la raccolta differenziata in città di cui si è occupato direttamente il Conai: entro fine anno 120mila residenti saranno serviti dal servizio “porta-a-porta”, mentre per i restanti 470mila la raccolta su strada diventerà tracciabile con il sistema di cassonetti a calotta muniti di chiavi elettroniche identificative. Innovazione che sarà implementata gradualmente nell’arco dei prossimi tre anni consentendo di puntare l’obiettivo di implementare un sistema puntuale di tariffazione, ma che soprattutto consentirebbe a Genova di raggiungere le percentuali di differenziata imposte per legge regionale al 40% entro il 2016 e al 65% entro il 2020.

Il costo dell’intera operazione di rinnovo dei contenitori con il sistema di tracciabilità si aggira attorno ai 15 milioni di euro per tutta la città, con un piano di ammortamento di almeno 5 anni. Mentre la cifra complessiva degli investimenti necessari per il radicale cambiamento di tutto il sistema sarà quantificata solo dopo l’estate, una volta terminata la redazione del piano di dettaglio. Cifra che, fanno sapere dal Comune, dovrà essere coperta anche e soprattutto dai finanziamenti regionali considerato che le innovazioni vengono implementate per far fronte alla programmazione particolarmente stringente imposta proprio dalla giunta Toti. C’è da scommettere che non sarà una trattativa facile, ma entro l’estate potrebbero esserci anche ulteriori novità.

La presentazione di questa mattina, infatti, arriva dopo che il sindaco di Genova, Marco Rossi Doria, nei giorni scorsi aveva partecipato ad un confronto dedicato all’industrializzazione del settore rifiuti in Liguria e Piemonte in compagnia dello stesso assessore regionale all’Ambiente, Giacomo Giampedrone. La sintesi dei loro interventi vede l’ammissione dei limiti attuali di Amiu (all’incontro era presente anche il numero uno, Marco Castagna) a far fronte all’attuale situazione, dall’altra la complementare necessità di aprire ad inserimenti di capitale privato. Iren di fatto è già presente sul territorio ligure, dove gestisce il ciclo idrico e il gas, e più in generale sta investendo molto per espandersi nel segmento della gestione rifiuti. La necessità di una partnership industriale per Amiu potrebbe far maturare, come detto dallo stesso sindaco Doria, una soluzione già entro l’estate.

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