Tariffa puntuale, i risultati del “laboratorio” Parma

di Beppe Facchini 12/01/2017

Bollette ai livelli del 2010 e Tari in diminuzione del 4,5% secondo l’ultimo report di Cittadinanzattiva. Per Gabriele Folli, assessore all’Ambiente del Comune di Parma, primo capoluogo con oltre 150mila abitanti a superare la soglia del 75% di raccolta differenziata e tra i pochi esempi di grandi città italiane ad aver introdotto il metodo della tariffazione puntuale in bolletta, è tempo di bilanci. Dopo sei mesi di sperimentazione, da luglio 2015 l’amministrazione ha deciso di far risparmiare cittadini ed esercenti capaci di produrre meno rifiuti non riciclabili, spendendo circa 700mila euro per l’avvio della raccolta porta a porta e suscitando l’interesse di altre città europee e persino oltre l’Oceano Atlantico.

«La prima fase di sperimentazione ha dato dei risultati eccellenti – esordisce Folli – basti pensare che oltre l’80% delle famiglie ha raggiunto lo sconto massimo ottenibile, per un totale dei risparmi che ha raggiunto il 92% circa dei cittadini. Questo dà la misura di quelli che sono gli incentivi della tariffazione puntuale se questa è associata al sistema di raccolta differenziata porta a porta. Un sistema, quello della tariffa puntuale – prosegue l’assessore – che funziona anche sulle utenze non domestiche alle quali abbiamo ritenuto di dare uno sgravio ulteriormente maggiore permettendo di pagare in media il 7,5% di “sconto” sulla tassa rifiuti nel 2016 rispetto al 2015»

Superato lo scetticismo iniziale riguardo il sistema porta a porta, con circa 600 sanzioni inflitte negli ultimi 12 mesi, anche tramite l’utilizzo di telecamere mobili contro l’abbandono di rifiuti per strada, il circuito virtuoso attivato a Parma ha portato, spiega ancora Folli, a risparmiare in un anno circa 3,5 milioni di euro nei costi di incenerimento.

«Puntando sulle politiche di riduzione e prevenzione dei rifiuti, abbiamo dimostrato che si riesce a ridurre drasticamente quello che è il rifiuto pro capite che viene conferito agli impianti di incenerimento incoraggiando, invece, un’economia virtuosa – aggiunge Folli, che conclude – siamo riusciti a far cambiare le abitudini dei cittadini nonostante ci siano ancora delle resistenze legate agli abbandoni, ma si tratta di problematiche fisiologiche alle quali dobbiamo sicuramente rispondere».

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